Migranti, riunione ministri dell’Interno Ue: apertura a stilare regole per Ong

«Se l’Italia non accoglie le imbarcazioni, non accetta il diritto marittimo e il principio del porto più sicuro, non vi è alcun motivo perché il paese che garantisce le rilocalizzazioni sia lo stesso che accoglie le imbarcazioni o accoglie direttamente i migranti dall’Africa o dall’Asia», aveva dichiarato lo stesso Darmanin arrivando a Bruxelles. Parlando del meccanismo di accoglienza dei richiedenti asilo, 3.500 dei quali sarebbero dovuti andare in Francia, Darmanin ha assicurato che «il nostro auspicio è chiaramente quello di riattivarlo, perché è il solo che permetta di suddividere le difficoltà in tutta Europa, e forzare i paesi di primo arrivo, come l’Italia, ad attivare le barriere di cui abbiamo bisogno e la registrazione di tutti gli stranieri che arrivano nello spazio europeo. Attualmente non è il caso», ha aggiunto.

Rakusan (Repubbica ceca): prepararsi all’arrivo di nuovi rifugiati ucraini

Dopo la chiusura dei lavori di venerdì, il ministro dell’interno ceco Vit Rakusan, alla presidenza di turno Ue, ha accennato al tema della guerra in Ucraina, sottolineando che «L’aggressione russa è ancora in corso» e la Russia continua ad attaccare i civili in Ucraina. «Con l’inverno alle porte è necessario prepararsi a un nuovo afflusso di rifugiati nell’Ue».

Johansson (Ue), ricollocamenti funzionano, vanno velocizzati

«Non è vero» che il meccanismo di solidarietà con i ricollocamenti volontari non stia funzionando. «Sta funzionando. Facciamo il trasferimento su base più o meno giornaliera o almeno settimanale. Quello che dobbiamo fare è migliorare la velocità perché abbiamo visto alcuni colli di bottiglia nei sistemi su questo. Quindi dobbiamo affrontarli in modo da poter avere una ricollocazione sempre più rapida, ma il meccanismo di ricollocazione funziona», ha detto la commissaria Ue agli Affari Interni, Ylva Johansson, al suo arrivo al Consiglio.
«Ad esempio, ci vuole troppo tempo per l’identificazione – spiega -. Ma anche per quei paesi che stanno ricevendo la ricollocazione delle persone ricollocate. Anche questo diventa troppo macchinoso e talvolta richiede troppo tempo e questo è un aspetto che dobbiamo affrontare congiuntamente».

Presidenza ceca Ue: creare hotspot in Africa può essere una soluzione

Quella di aprire dei centri di identificazione e analisi delle domande di asilo nei paesi terzi e in Africa «è una delle possibili soluzioni che offriremo. Quindi apriremo questo argomento. Non è stato ancora discusso ma è una delle possibili soluzioni». Lo ha detto il ministro ceco degli Affari interni, Vik Rakusan, al suo arrivo al Consiglio straordinario.
«Quello che vogliamo anche aprire ma a dicembre nell’assemblea ordinaria è il tema dell’armonizzazione dei visti, ad esempio, tra i paesi dei Balcani occidentali e i paesi dell’Ue – aggiunge -. Quindi apriremo a molte possibili soluzioni e oggi dovrebbe essere la base di possibili opinioni di tutti i paesi per il dibattito, che avremo a dicembre (l’8) e che sarà l’ultimo incontro sotto la presidenza ceca. Alla fine vogliamo presentare particolari risultati concreti e avremo risultati concreti».

Schinas: «Da tutti i ministri sostegno a piano Commissione Ue»

«Tutti i ministri» dell’Interno riuniti a Bruxelles per il consiglio straordinario sui migranti hanno sostenuto il piano della Commissione europea con una ventina di misure, tra cui la riattivazione della piattaforma di ricollocazione volontaria, ponendo le basi per compiere progressi nella riunione di dicembre del Consiglio. Lo ha assicurato il vice presidente della Commissione europea responsabile per le migrazioni, Margaritis Schinas, sottolineando che questo tema «non deve essere una questione che intossica la politica, dobbiamo portare la normalità nel dibattito e continuare a dimostrare che l’Europa è parte della soluzione».

Fonte: Il Sole 24 Ore