Inflazione Usa, ecco perché a febbraio resta più calda del previsto

L’inflazione americana si dimostra tuttora più elevata del previsto e lascia aperta la partita sui tempi di una prossima mossa della Federal Reserve per abbassare i tassi di interesse, predicata su un carovita avviato a tornare ad un passo ideale vicino al 2 per cento.

I prezzi al consumo (Cpi) negli Stati Uniti sono saliti del 3,2% nell’ultimo anno a febbraio, superando il 3,1% previsto, trainati da benzina affitti. Rispetto al mese immediatamente precedente, i prezzi sono lievitati dello 0,4%, a loro volta oltre lo 0,3% atteso alla vigilia. I prezzi core senza le volatili componenti energetica e alimentare, su base annuale hanno marciato del 3,8%, il passo più contenuto dal 2021 ma a sua volta lontano dal target ideale del 2 per cento.

Il chairman della Fed Jerome Powell la scorsa settimana ha ribadito di voler procedere quest’anno con tagli del costo del denaro, ma di volerlo fare con cautela. Ha indicato che la Banca centrale ha bisogno di ulteriori dati per una conferma che i prezzi siano davvero sotto controllo anche se ha aggiunto che una simile convinzione potrebbe “non essere lontana”; i mercati finanziari, in questo clima, scommettono che un primo intervento possa arrivare a giugno e non prima.

I nuovi dati appaiono consolidare simili “puntate” e la certezza che un’azione anticipata al vertice della prossima settimana sia invece da escludere. L’indicatore dell’inflazione preferito e seguito dalla Fed, legato ai consumi personali (Pce), è abitualmente inferiore per la sua composizione al Consumer Price Index, ma ha a sua volta di recente offerto sorprese negative, salendo a gennaio del 2,4% annuale. La combinazione di indicatori sul carovita maggiori delle attese suggerisce che resta una resistenza dei prezzi a moderare il loro andamento, a causa di pressioni “appiccicose” anzitutto nei servizi.

A febbraio i costi energetici e abitativi hanno rappresentato il 60% dell’incremento del Cpi. L’energia è rincarata del 2,3% nell’ultimo mese, con la benzina impennatasi del 3,8%. Gli affitti sono lievitati dello 0,4% mensile. In rialzo inoltre prezzi dei biglietti aerei, del 3,6%, e dei veicoli usati, dello 0,5 per cento. I costi alimentari sono invece rimasti piatti a febbraio rispetto a gennaio.

Fonte: Il Sole 24 Ore