Intelligenza artificiale per separare le nocciole buone dalle cattive senza sgusciarle

Intelligenza artificiale e “radiazioni Terahertz” per selezionale le nocciole buone da quelle guaste senza il bisogno di sgusciarle. A progettare questo sistema, che permette di evitare l’inserimento di frutti guasti nel sistema di lavorazione, sono i ricercatori dell’Enea in collaborazione con l’Università Roma Tre. Il dispositivo messo a punto è in grado di misurare il contenuto di acqua nelle nocciole e, grazie all’intelligenza artificiale, consente di “controllare” la qualità del prodotto.

Il sistema sviluppato nei laboratori dell’Enea di Frascati, è stato già utilizzato per applicazioni in campo nucleare e della conservazione dei beni culturali e il si basa sulle caratteristiche della radiazione THz, che ha frequenze di poco superiori a quelle utilizzate nei comuni forni a microonde.

«La radiazione elettromagnetica, a queste frequenze, è in grado di attraversare facilmente i materiali dielettrici, come il guscio della nocciola, e di rilevare la quantità di acqua all’interno del frutto – spiega Emilio Giovenale, ricercatore Enea del Laboratorio applicazioni dei plasmi ed esperimenti interdisciplinari –. Misurando la trasparenza alla radiazione THz di una serie di nocciole, è stato possibile verificare che quelle avariate risultavano molto più trasparenti rispetto a quelle sane e questo anche quando da una analisi visiva esterna il frutto appariva perfettamente sano».
Non solo: «Questo sistema migliora il riconoscimento e permette di definire meglio la soglia di discriminazione tra campioni sani e avariati, sulla base dei requisiti forniti da chi dovrà poi utilizzare le nocciole».

L’efficienza della tecnologia, come sottolineano gli esperti «è stata verificata con successo in laboratorio, ma grazie alla sua semplicità, può essere facilmente implementata in un sistema industriale applicabile alla filiera delle nocciole».
Oltre alle applicazioni per identificare i frutti guasti, la tecnologia può essere utilizzata per monitorare il ciclo completo di accrescimento del frutto, fino alla maturazione, tramite la misura del contenuto di acqua, ottenendo in tal modo informazioni utili alla sua ottimale conservazione dopo la raccolta.

«La coltivazione e la lavorazione delle nocciole è una delle eccellenze del settore agroalimentare italiano, che vede coinvolte nella sua filiera imprese delle più svariate dimensioni, dal piccolo coltivatore alla grande multinazionale – sottolinea Manuel Greco, che sta svolgendo sull’argomento il dottorato di ricerca in una collaborazione tra l’Enea e Università di Roma Tre –. Il settore richiede di trovare metodi sempre più efficienti per identificare i frutti avariati, che immessi in produzione possono rovinare la qualità di interi lotti di nocciole».

Fonte: Il Sole 24 Ore