Milano regina degli investimenti nonostante la decelerazione 2023

Fotografia in due scatti. A Milano sono quasi 18mila gli annunci di case destinate ad affitti brevi. La città è seconda solo a Roma (che ne ha oltre 23mila). Significa che una quota consistente di residenti e non sul capoluogo lombardo scommette e investe. Poi c’è il cittadino medio: 45mila euro di reddito lordo l’anno (2mila al mese su 13 mensilità), un mutuo a 20 anni e una rata da 650 euro al mese. Per lui, per almeno 60 mq, su 16.227 annunci immobiliari ce ne sono solo 328.

Da anni porta di accesso al Paese per gli investitori immobiliari pronti a fare shopping di asset real estate in Italia, Milano oggi si confronta con un mercato ancora in buona salute che non perde appeal, ma che deve fare i conti con prezzi e affitti in crescita, che rischia di escludere giovani, talenti e studenti che non riescono a fare fronte al caro vita.

Se ne è discusso, alcuni giorni fa, nella sede de Il Sole 24Ore, a Milano, all’evento “Investire in Milano” con operatori del settore e oltre 1200 tra presenti e online. Ad aprire i lavori, il direttore del Sole 24Ore, Fabio Tamburini, e Federico Silvestri, direttore generale Media & Business e amministratore delegato del Sole 24Ore Eventi.

«Qualche segnale di rallentamento è nei numeri – ha illustrato Luca Dondi, ad di Nomisma –: 12.488 le compravendite residenziali nei primi sei mesi 2023 contro le 28.595 del 2022. Anche sul fronte investimenti non residenziali l’arretramento è consistente». Secondo Cbre il volume di investimento in Italia nei nove mesi del 2023 è stato pari a 3,9 miliardi (-60%), a Milano di 850 milioni (-79 per cento). «Ma ha una demografia favorevole, è attrattiva, accessibile con tre scali aerei – ha sottolineato Chris Brett, head of capital market europeo di Cbre – e le Olimpiadi la porranno ancora più al centro come meta economica internazionale».

Armando Borghi, membro del CdA Oneshot Real Estate Solutions, sottolinea come le nuove operazioni di sviluppo debbano avere un approccio che va in tre direzioni: permettere al committente di fare il miglior prodotto casa, educare il cliente a uscire dal concetto solo di prezzo al mq e valutare il peso e l’importanza dei servizi.

Fonte: Il Sole 24 Ore