“Killers of the Flower Moon”, un film gigantesco firmato Martin Scorsese

Un film memorabile è il grande protagonista del weekend in sala: dopo la presentazione al Festival di Cannes di quest’anno, è arrivato nei nostri cinema “Killers of the Flower Moon”, il nuovo lungometraggio di Martin Scorsese con protagonisti Leonardo DiCaprio e Robert De Niro.

Tratto dall’omonimo libro-inchiesta del 2017, scritto dal giornalista americano David Grann, il film è incentrato su quanto accaduto nella contea di Osage all’inizio degli anni Venti del secolo scorso. In quell’area erano stati scoperti diversi giacimenti di petrolio e parallelamente si erano verificati una serie di omicidi, aventi come vittime alcuni cittadini facoltosi della tribù indiana di Osage. Essendo questi ultimi tutti proprietari di territori ricchi del pregiato “oro nero”, le autorità hanno avviato un’indagine sui decessi sospetti. Aperto da una sequenza che mostra un suggestivo rituale dei nativi americani, “Killers of the Flower Moon” è un film che descrive con grande attenzione e rispetto le tradizioni della tribù, regalando inoltre una serie di sequenze dal sapore mistico di fortissima suggestione.

Nonostante le circa tre ore e trenta minuti di durata, il copione è sempre appassionante, privo di cedimenti, classico e moderno allo stesso tempo.Scorsese ha compiuto ottant’anni lo scorso novembre, ma si conferma un regista con un occhio fresco e pronto a cogliere tanti aspetti che toccano il passato e il presente della sua nazione, come dimostrato anche dal suo meraviglioso lungometraggio precedente, “The Irishman” del 2019.

Un film che scava negli abissi dell’animo umano

Scritto dal regista insieme a Eric Roth, “Killers of the Flower Moon” è una lenta discesa negli abissi dell’animo umano, capace di scuotere e inquietare per lunghissimi tratti della sua narrazione.Oltre che essere un’importante cartolina storica, è anche un film politico, che mescola generi e stili, rimandando al grande cinema americano del passato – quello degli anni 50, in primis, con richiami alle pellicole di Elia Kazan o a “Il gigante” di George Stevens – e a tanti altri capolavori del regista di “Taxi Driver” e “Toro scatenato”.È inoltre un piacere veder recitare insieme due dei più grandi attori “scorsesiani” – è la sesta collaborazione tra il regista e DiCaprio; la decima tra Scorsese e De Niro – che danno vita a un duetto straordinario: entrambi in ottima forma, i due protagonisti sono il valore aggiunto di un film di cui sentiremo parlare ancora a lungo.L’ennesimo straordinario tassello di quel magistrale mosaico che è la filmografia di un regista che continua a dare vita a un cinema intenso, personale e semplicemente enorme per ambizione e contenuti. Un cinema unico, di cui non possiamo proprio fare a meno.

A passo d’uomo

Tra le altre novità del weekend in sala si segnala anche “A passo d’uomo” di Denis Imbert con protagonista Jean Dujardin.L’attore francese interpreta un famoso scrittore ed esploratore che, durante una delle sue avventure in giro per il mondo, rimane in coma in seguito a un grave incidente. Al suo risveglio decide di partire per girare la Francia a piedi, con l’obiettivo di riflettere sulla propria vita e sulle proprie scelte.Tratto dall’omonimo romanzo autobiografico di Sylvain Tesson, questo film è un’operazione toccante e capace di far riflettere, semplice eppur incisiva nei messaggi che vuole proporre.Qualche passaggio è eccessivamente didascalico e non sempre il coinvolgimento è altissimo, ma nel complesso è una pellicola intensa e in grado di rimanere impressa nella mente degli spettatori anche nei giorni successivi alla visione.Buona prova di Jean Dujardin in un ruolo tutt’altro che semplice: l’attore transalpino conferma il suo ottimo momento di forma dopo la convincente prova in “November”, film uscito lo scorso aprile nelle nostre sale.

Fonte: Il Sole 24 Ore