Le competenze trasformative per vincere le sfide del lavoro di domani

Competenze tecniche, competenze traversali e ora competenze trasformative. Sono questi i tre pilastri su cui si fonda il lavoro del futuro. In un mercato sempre più complesso e dinamico, infatti, imprese e risorse devono necessariamente imparare a re-inventarsi per non perdere occasioni di business e professionali. La trasformazione che stiamo vivendo non è solo di processo o digitale, ma è anche – e soprattutto – organizzativa. Ed è proprio qui che si gioca la vera sfida perché, non dimentichiamolo, l’85% dei nuovi lavori che esisteranno nel 2030 (e cioè tra poco più di 6 anni) devono ancora essere inventati (dati dell’Institute For The Future – IFTF).

Nuovi lavori, dunque, ma anche nuove competenze che le aziende – se vogliono continuare ad essere competitive e crescere – devono imparare a riconoscere e, soprattutto, a trovare. Oggi il candidato ideale deve sicuramente possedere solide competenze tecniche (che variano da lavoro a lavoro), spiccate competenze trasversali (come ad esempio doti relazionali, di problem solving, capacità organizzative di gestire situazioni stressanti e di fare squadra), ma il contesto in costante evoluzione richiede un passo in più: saranno sempre più cruciali anche le competenze trasformative che si costruiscono, giorno dopo giorno, attraverso il cambiamento costante. Competenze che nessuna tecnologia, nemmeno quella più evoluta, potrà mai sostituire.

In questo, manager e top manager giocano un ruolo determinante perché adattarsi a un mondo in continua trasformazione richiede un profondo cambiamento negli stili di leadership e nella gestione delle risorse, sempre più attente al proprio benessere e al rispetto di valori che considerano non più negoziabili e che, solo fino a due o tre anni fa, non erano rilevanti nella scelta di una nuova opportunità di lavoro o di un’azienda.

Dobbiamo chiederci se siamo davvero pronti ad affrontare questi cambiamenti e se siamo in grado di preparare i giovani al mercato del lavoro attuale, anticipando le evoluzioni future. Dare una risposta non è semplice, ma c’è un’attività che possiamo fare già oggi: iniziare – e continuare con costanza – a mappare, in maniera sempre più approfondita, le nuove competenze di cui ci sarà sempre maggiore bisogno per guidare, in maniera efficace, la trasformazione (o le trasformazioni) in atto.

La trasformazione a cui stiamo assistendo, infatti, non riguarda più un solo aspetto, ma abbraccia in toto la crescita di ogni azienda e riguarda più settori. Nell’era della Transformative Innovation, dunque, le imprese devono relazionarsi in un eco-sistema in cui possano convivere realtà profondamente diverse (mondo aziendale, mondo accademico, mondo istituzionale) tra loro e che, solo operando in stretta sinergia, potranno davvero fare la differenza e creare un mix vincente per superare, con successo, la sfida del lavoro del futuro che, lo sappiamo, dovrà abbracciare le tre grandi trasformazioni in atto (digitalizzazione, sostenibilità e innovazione) e che offrirà sempre maggiori opportunità per i candidati che, solo se correttamente formati e guidati, potranno aggiornare le proprie competenze e non perdere occasioni di carriera.

Fonte: Il Sole 24 Ore