Le persone al centro: come colmare la distanza tra aziende e dipendenti

Quella della sostenibilità è una sfida ormai imprescindibile per ogni organizzazione. Una sfida che richiede responsabilità ambientale, economica, ma anche sociale, introducendo una cultura basata sull’equità e l’inclusione, che può produrre effetti positivi anche sulla produttività aziendale. Ma in questo campo, nonostante tante dichiarazioni di impegno, oggi, la relazione tra aziende e persone appare ancora in crisi. I segnali di malessere e la distanza tra dipendenti e molti datori di lavoro sono sintomo di un’evidente crepa nei rapporti, una tendenza a cui dover porre rimedio analizzando con maggiore profondità le esigenze personali, insieme a quelle aziendali e globali. Siamo infatti entrati nell’era della cosiddetta “Human Sustainability” e bisogna affrontarla come una fase del tutto nuova.

La percezione di aziende e lavoratori
Con Human Sustainability si intende l’insieme di azioni che rendono l’occupazione sostenibile mettendo al centro le persone: percorsi di crescita, formazione, engagement, inclusione, valorizzazione delle diversità e molto altro ancora. Di cosa parliamo esattamente? Secondo un’indagine di Randstad Professionals (l’HR Trends & Salary Survey), gli HR italiani oggi identificano con “Human Sustainability” principalmente un impegno a sviluppare le professionalità delle persone (secondo il 20% degli intervistati), a creare le condizione ideali per uno sviluppo di carriera (19%) e a garantire equilibrio tra vita privata e lavoro (15%). I lavoratori, invece, associano il concetto di “Human Sustainability” soprattutto ad un’offerta adeguata di work life balance, alla garanzia di un salario adeguato e ad un’attenzione all’ambiente. Le interpretazioni che emergono sono quindi diverse. In generale, secondo l’esperienza di HR e lavoratori italiani, gran parte delle aziende italiane è ormai fortemente impegnata nel garantire un ambiente di lavoro sicuro e salutare, ed ha invece iniziato più di recente a sviluppare iniziative che garantiscano equità e clima positivo all’interno dell’organizzazione.

Un impegno reale
Quello della “Human Sustainability” è un percorso che non può essere universale: ogni organizzazione è una storia a sé, con specificità e caratteristiche differenti, e deve progettare il proprio secondo le sue esigenze, trovando il giusto mix di azioni, in un equilibrio in linea con i valori dichiarati. Cercando nuove idee e soluzioni per creare impatto concreto.Ma, attenzione: perché tutto questo avvenga serve un impegno reale. Non bisogna fermarsi agli slogan, perché il rischio di “social washing” è dietro l’angolo, con azioni ferme alla superficie che non cambiano lo stato delle cose e si rivelano anzi un boomerang, creando un disallineamento tra la realtà e le aspettative dei lavoratori. “Mettere le persone al centro” concretamente significa comprenderne i bisogni, le esigenze attuali e quelle future, tenendo conto dello scenario economico, ambientale e sociale di riferimento. Per farlo è necessario che l’organizzazione instauri un dialogo con le proprie persone, compiendo indagini di clima, ponendo domande e analizzando le risposte, formulando strategie che coniughino le esigenze produttive a quelle di bene comune, in una relazione aperta e trasparente con le persone a cui si rivolge. Non nascondendo i problemi, ma affrontandoli.

L’importanza della scelta
Prima di chiunque altro, sono i leader che guidano la trasformazione organizzativa a dover credere con forza in questa idea e a dover compiere delle scelte. A cominciare proprio dalla fase di acquisizione del talento: saper affermare i propri valori significa scegliere persone in linea con questi, creando un gruppo aggregato che lavora per un obiettivo comune. Per ottenere davvero un impatto sociale, serve determinazione da parte di tutti. E, allora, puntare con forza sull’inclusione, in ogni campo, comporta la valorizzazione in chiave positiva delle differenze, eliminando gli ostacoli visibili e invisibili, discostando la cultura dell’organizzazione da comportamenti discriminatori. Puntare sull’equità non vuol dire considerare tutte le persone uguali, ma offrire a tutti pari opportunità e gli stessi mezzi dopo aver considerato diversi bisogni e aspettative.

Misurare i benefici
Puntare sull’ approccio della “Human Sustainability” genera benefici concreti per le persone e l’organizzazione e, indirettamente, anche sull’ambiente e sul sistema socio-economico nel suo complesso. Per riuscire a superare dubbi e scetticismi, è fondamentale che ogni organizzazione che sceglie di metterlo in atto ne evidenzi i risultati attraverso una misurazione puntuale, definendo obiettivi chiari e tempi di realizzazione. Questa è poi la chiave di successo di ogni progetto, insieme all’esempio fornito dai leader. È evidente che quando si tratta di impegno, le azioni personali dei manager che assumono il ruolo di guida devono essere coerenti con gli obiettivi attesi dall’organizzazione. Solo così si instaura realmente una cultura aziendale orientata all’impatto sociale.

Fonte: Il Sole 24 Ore