Lucia Marcucci: il mercato è in evoluzione

Artiste “escluse” che ora tornano di moda. Una tendenza che si è affermata nel mondo dell’arte negli ultimi anni e che ha permesso la rivalutazione di tanti nomi. “Per alcuni un pericolo” spiega Simone Frittelli, direttore della galleria Frittelli Arte Contemporanea di Firenze, “per coloro che pensano che possa sminuire l’opera delle artiste, ma per la l’affermazione e la diffusione di una minoranza come può essere l’espressione femminile è fondamentale diventare più appetibili”. Lo stesso Frittelli dagli anni ’90 sostiene un’artista che di recente è stata interessata da un’attenzione crescente: Lucia Marcucci, classe 1933 nata a Firenze. Lo scorso autunno è stata inclusa in due mostre che si sono tenute alla Galleria dell’Incisione di Brescia e presso la APalazzo Gallery , dedicate al lavoro di Romana Loda, coraggiosa gallerista scomparsa nel 2010, che dagli anni ’70 ha svolto a Brescia un ruolo fondamentale nella valorizzazione di artiste attive in quel periodo storico.

Le mostre seguivano un altro evento importante per la rivalutazione della Marcucci: a settembre per la presentazione della collezione prét-à-portér a Parigi di Dior , la direttrice creativa Maria Grazia Chiuri, che di recente ha già portato l’attenzione su artiste degli anni 70 come Ketty La Rocca e Tomaso Binga, ha scelto Lucia Marcucci per il setting della sfilata, collaborando con l’artista per la realizzazione di una “Vetrata di poesia visiva” che, riprendendo la tecnica del collage, ha fatto da fondale a questo importante evento mediatico.

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Il mercato

Gli scambi su questa artista sono ancora principalmente italiani e i prezzi rimangono di fascia bassa; è stata sottostimata per tanto tempo. Durante la carriera, infatti, l’artista tendeva a soddisfare le richieste di opere da parte di amici e collezionisti, anche a prezzi bassi e svendendo il proprio lavoro, queste azioni hanno bloccato la produzione della Marcucci a fasce di prezzo basse, una tendenza che oggi si rivela difficile da invertire.

«Nel 1990 le opere della Marcucci avevano un valore di pochi milioni di lire, tre o quattro, al massimo sei milioni – afferma Frittelli – oggi parte da opere valutate sui 3.000 €, che risultano ancora sottostimate, mentre altre raggiungono facilmente anche i 12-15mila €, ma sono convinto che si possa continuare a lavorare perché si possano raggiungere cifre intorno ai 100mila. Abbiamo rappresentato in esclusiva l’artista sin dal 1990 e siamo ancora adesso la galleria di riferimento. Spero, però, che il lavoro che sto facendo per darle visibilità con piattaforme espositive museali e commerciali di respiro internazionale si concretizzi presto e ci porti ad un ampliamento delle sue collaborazioni con nuove gallerie e la diffusione della sua opera nelle collezioni internazionali». La galleria, inoltre, sta valutando la possibilità di avviare, in collaborazione con una responsabile scientifica, l’elaborazione di un catalogo ragionato che assolva al compito di strumento di studio e alla funzione di garante per il mercato.

In asta

Per quanto riguarda il mercato in asta, invece, il range dei prezzi di vendita si abbassa. Il top lot corrisponde ad un collage, “Crea un’atmosfera”, battuto da Sotheby’s nel 2016 per 7.000 € e stimato in partenza tra 4.000 e 6.000 €. La maggior parte dei lotti venduti si mantiene nella fascia di prezzo inferiore ai 5.000 € e quasi la metà risulta non venduta.

Fonte: Il Sole 24 Ore