Mate X2, debutta in Cina il nuovo pieghevole di Huawei: costa 2.400 euro e “girerà” con HarmonyOS

Per ora, e a partire dal 25 febbraio, è destinato al mercato cinese in quattro opzioni di colore e in attesa di sapere se varcherà i confini del Paese asiatico possiamo intanto ragionare sul suo prezzo: fra i 18mila e i 19mila yuan, in funzione del taglio di memoria disponibile (256 o 512 Gbyte), che al cambio attuale fanno circa 2.300 e 2.400 euro. Costi da vera e propria ammiraglia mobile, insomma, e in effetti il Mate X2 di Huawei, la nuova generazione della famiglia di smartphone pieghevoli del colosso di Shenzen, è un device che non lascia troppi dubbi circa il suo posizionamento a listino.

Cambia la filosofia di apertura e chiusura

Due le grandi novità che ne hanno accompagnato la presentazione a firma del Ceo della Consumer Business Group di Huawei, Richard Yu. La prima è che questo super telefono supporterà (oltre alla versione “monca” di Android 10 con interfaccia Emui 11 e i Huawei Mobile Services) il sistema operativo proprietario HarmonyOS; la seconda riguarda il form factor, o meglio il design, dell’apparecchio, che abbandona il sistema di piegatura esterna dello schermo utilizzato per i primi due modelli lanciati sul mercato (Mate X e Mate XS) per richiamare il concetto funzionale alla base dei Galaxy Z Fold 2 di Samsung. L’obiettivo dichiarato di questo cambio di direzione, anzi di piega? Sono almeno due. Migliorare da una parte la resa visiva (riducendone il riflesso) del display interno ai fini della lettura e dall’altra l’esperienza d’uso del dispositivo, rendendolo ancora più piatto grazie a un’ottimizzazione della tecnologia della cerniera. Huawei, insomma, sembra più che mai intenzionata a dare battaglia alle altre rivali cinesi impegnate sul fronte dei foldable, vedi Tcl a Oppo, con quest’ultima che ha appena esibito in Italia il suo prototipo di smartphone estensibile X 2021.

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Un phablet per lavorare e divertirsi

Il Mate X2, dal punto tecnico, vanta un display da 8,01 pollici di diagonale da 2.480 x 2.200 pixel di risoluzione quando è del tutto aperto e uno schermo esterno (da 6,45 pollici e 2.700 x 1.160 pixel (sempre a tecnologia Oled) per l’utilizzo da “chiuso” con il plus dichiarato di supportare entrambi una frequenza massima di 90Hz per garantire lo stesso livello di prestazioni in qualsiasi modalità di utilizzo dello smartphone. Il processore è come per tutti i top di gamma di Huawei proprietario (Kirin 9000 a otto cervelli), si accoppia a una memoria Ram da 8 Gbyte e a detta di Yu integra il modem 5G più potente del mondo. Batteria e comparto fotografico, almeno sulla carta, sono anch’essi attributi da terminale mobile di classe premium. La prima sfrutta una capacità di 4400mAh e si può ricaricare con una potenza massima di 55W mentre sono ben quattro le fotocamere posteriori, una principale da 50 megapixel, un ultra-grandangolare da 16 MP, un teleobiettivo da 12 megapixel con zoom ottico 3x e un “SuperZoom” da 8 MP con zoom ottico 10x. La camera frontale esterna per i selfie sfoggia invece un sensore da 16MP con apertura f/2,2

Stop al nuovo smartphone arrotolabile di Lg

Per una Huawei che rilancia, c’è una Lg che (sembra) cede il passo. Le ultime indiscrezioni rimbalzato dalla Corea, infatti, inducono a pensare che non ci sarà futuro per la linea di smartphone Rollable oggetto di recente presentazione in occasione del Ces 2021. Pare quasi certo infatti che il produttore asiatico abbia definitivamente bloccato lo sviluppo del pannello Oled per il suo nuovo apparecchio con schermo arrotolabile e altri due dispositivi con display flessibile che avrebbero dovuto vedere il mercato nei prossimi anni e lo proverebbe la comunicazione inviata al produttore cinese di display Boe Technology Group e ad altri fornitori per mettere il progetto in ghiaccio. Lg, insomma, fa marcia indietro e la notizia riflette i rumor che da tempo la vedono prossima ad abbandonare del tutto il palcoscenico del mercato smartphone. Le ragioni? Le persistenti perdite della divisione mobile (in rosso da inizio 2015) e una quota di mercato che nel quarto trimestre del 2020 (stando alle rilevazioni di Counterpoint Research) è rimasta inchiodata al 2%, nonostante una crescita del venduto nell’ordine del 9% anno su anno.

Fonte: Il Sole 24 Ore