Per gli avvocati arrivano i primi titoli di specialista

Dopo anni di attesa, la macchina delle specializzazioni forensi si è messa in moto. Stanno infatti diventando operative le strade individuate dal decreto ministeriale 144 del 2015 per ottenere il titolo di «avvocato specialista» in uno (o al massimo due) dei 13 settori elencati dalle norme. Un titolo che “certifica” la particolare preparazione del legale in un ambito specifico, con, in prospettiva, ricadute nei rapporti con la Pa e con alcuni clienti.

Le regole hanno avuto un iter lungo e accidentato. Sia il decreto 144, sia il decreto 163 del 2020, che l’ha corretto e integrato, sono stati bersagliati dai ricorsi. Di fatto, la normativa si è stabilizzata da poco più di un anno, dopo la pronuncia del Tar Lazio del febbraio 2022. E l’attuazione non è ancora completata. Tuttavia, in questi giorni la situazione si sta sbloccando, con i primi titoli di avvocato specialista attribuiti dal Consiglio nazionale forense.

«Abbiamo conferito 172 titoli di avvocato specialista a colleghi dottori di ricerca», spiega Giovanna Ollà, consigliere segretario del Cnf. Tra i settori più rappresentati, il diritto penale (47 titoli) e civile (46 ), amministrativo (29), del lavoro (21) e tributario (11).

Inoltre, continua Ollà, l’8 e il 9 maggio «si sono tenute le prime prove scritte per gli avvocati che negli anni scorsi hanno frequentato i corsi di alta formazione specialistica. Ora le commissioni di docenti, nominate dal Cnf, le stanno correggendo. I candidati che le supereranno saranno ammessi agli orali. Ai promossi sarà conferito il titolo di specialista». Alle prove scritte, tenute in presenza a Roma, hanno partecipato 230 candidati. I settori più gettonati sono il diritto penale (73 partecipanti), del lavoro (69), della persona, famiglia e minori (68); e poi il diritto tributario (9 candidati), dell’Ue (4), internazionale (4) e, infine, civile (3).

Queste prove concretizzano la norma transitoria per cui possono ottenere il titolo di specialista, dopo avere superato una prova scritta e orale, gli avvocati che hanno frequentato nei cinque anni precedenti un corso di alta formazione almeno biennale. La platea potenziale è vasta, dato che le associazioni specialistiche forensi organizzano da tempo corsi di questo tipo.

Fonte: Il Sole 24 Ore