Red Bull inarrestabile in Giappone, Ferrari si consolida seconda

Verstappen, Perez, Sainz, Leclerc. Doppietta Red Bull e doppietta Honda, davanti al reverenziale pubblico di casa del grande motorista di auto, moto, barche e aerei: Verstappen vince davanti al compagno di squadra Perez, anche se fra i due c’è un distacco come al solito imbarazzante. Terzo e quarto posto per le rosse: podio e sottopodio deludenti pensando all’indimenticabile uno-due australiano di due settimane fa. Ma risultato molto valido considerando le scarse qualifiche andate in scena ieri in Giappone. Un punto che rimarrà nella storia per Yuki Tsunoda con la Visa Cash App RB, il team di Faenza, sempre spinto dalla power unit nipponica, che si era già qualificato meglio del compagno di squadra Daniel Ricciardo, arrivando ieri in Q3 in analoga posizione.

La gara non è stata delle più frizzanti di tutti i tempi, anche perché dopo un primo avvio problematico, al secondo start i piloti si sono ‘dati una calmata’ per evitare ulteriori incidenti che avrebbero rallentato troppo il programma. Sono stati persi infatti oltre 30 minuti dopo il primo crash, che ha tenuto qualche attimo il pubblico con il fiato sospeso: una manovra un po’ azzardata di Albon, infatti, dopo solo tre curve ha messo fuori pista se stesso e l’incolpevole Ricciardo che, solo per essersi portato in traiettoria come da suo diritto, si è trovato il tailandese troppo esterno, quasi sull’erba; già ingaggiato nel punto sbagliato, quando mancava un attimo all’esatto momento di frenata, dove non si può più cambiare la linea scelta per affrontare la curva. Nessuno dei due però ha potuto svoltare a sinistra: la monoposto romagnola di Ricciardo ha visto esplodere il suo pneumatico posteriore destro finendo in uno spettacolare testacoda contro le barriere, lateralmente, mentre ha avuto la peggio il probabilment ecolpevole pilota della Williams, che ha impattato più duramente e frontalmente nella barriera di pneumatici. Senza conseguenze per lui, ma con notevole tempo necessario per la sua riparazione, sotto bandiera rossa. Un incidente poco chiaro, con piloti sotto indagine e probabili ricorsi a motori spenti.

Il blocco forzato della corsa ha naturalmente spinto molto team a cambiare la strategia gomme e tentare di recuperare più posizioni possibili. È il caso di Sainz, Alonso e pochi altri che hanno scelto in diversi fasi di gara le mescole più morbide, considerando che in questa pista nota per le difficoltà di sorpasso e con solo una zona Drs, altrimenti fare rimonte sarebbe stato molto complicato. Chi all’inizio, chi alla fine, la programmazione dei pit-stop ‘saltata’ per colpa del dramma iniziale ha davvero cambiato le carte in tavola. Da segnare e ricordare, un momento di vera tensione è stato quello nella seconda metà dei 53 giri quando si sono ritrovate ben quattro monoposto a cambiare le gomme nello stesso momento. La tensione è arrivata da un comportamento discutibile della Aston Martin che, tentando di avvantaggiare il suo Stroll, lo avrebbe fatto ripartire mentre arrivava un avversario, con tanto di necessità di avanzamento in doppia fila per qualche metro allo scopo di evitare un contatto ‘da serie inferiori’: un probabile unsafe release che tuttavia è stato sul momento giudicato regolare.

Al di là del one-two iper ripetitivo delle Red Bull, la buona prestazione Ferrari ha visto giro per giro tenere a bada l’agguerrito Norris, che ci teneva a portare a casa i 10 punti per il quinto posto, e ha sempre tenuto d’occhio Leclerc a distanza abbastanza ravvicinata. Ben più rassegnato e tranquillo Alonso: in mancanza di sostegno dal suo scarso compagno di squadra, dodicesimo e doppiato, l’unico uomo che porta sempre punti alla Aston Martin non poteva che cercare di arrivare in fondo in sicurezza al sesto posto, con un ritardo di quasi quindici secondi da Norris ma a solo poco più di un secondo da Russell e, poco dietro, da Piastri, entrambi rimasti fregati da una percorrenza con gomme dure troppo invecchiate.  

Sta di fatto che la quarantanovesima edizione della seconda gara pacifica del 2024 ha riequilibrato le forze in campo, evidenziando lo strapotere delle monoposto di Horner ma valorizzando ancora una volta il buon lavoro fatto a Maranello. Non si può non notare come Leclerc abbia recuperato ben quattro posizioni partendo da una qualifica non brillante all’ottavo, migliorando non solo l’esito di una gara che partiva con premesse mediocri, ma salvando il suo onore il più possibile. Arrivare a ridosso del podio è stato determinante per non scivolare troppo nella classifica piloti: dovendo già cedere il secondo posto a Perez, che inseguiva ormai solo a un punto, farsi superare anche da Sainz, con una gara in meno, sarebbe stato molto più demoralizzante.

Fonte: Il Sole 24 Ore