Ristoranti in cerca di certezze sulla riapertura, ecco come guadagnare clienti sul web

Impossibile dire quando i ristoranti potranno finalmente riaprire. Le proteste in piazza di questi giorni da parte degli esercenti chiedono soprattutto, oltre che sostegni economici, date certe difficili da stabilire. Tutti, con le risorse e le energie residue, vogliono cercare di farsi trovare pronti a battere la concorrenza quando questo momento, si spera il prima possibile, arriverà.
In Italia sono presenti 338.588 attività nel campo della ristorazione, ovvero una ogni 178 abitanti. Emergere risulta particolarmente difficile, soprattutto in un periodo tanto complicato.

RistoratoreTop – che si occupa di marketing nella ristorazione ed è un punto di riferimento per oltre 11mila ristoratori in Italia – ha condotto un sondaggio presso i clienti di 962 attività di ristorazione distribuite nei grandi centri italiani per scoprire quali fossero i meccanismi di scelta del ristorante nell’anno della pandemia. Emerge che il passaparola, con il 48,54% dei casi, regna sempre sovrano tra le strade che portano un cliente a scoprire un ristorante, seguito dai social network con il 14,45%, dal passaggio casuale di fronte al locale con il 13,1%, da TripAdvisor con il 12,5%, dalla local search di Google con il 10,3% e, infine, dai consigli dell’hotel o di altre strutture ricettive (1%).

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Dal fatto che i profili dei locali su TripAdvisor e Google My Business rappresentassero da soli un quarto del fatturato di ristoranti, pizzerie e pub, prende quindi le mosse Spaccadvisor (in vendita sul sito www.spaccadvisor.it), un manuale rivolto ai ristoratori che racconta le migliori strategie per stimolare quantità e qualità delle recensioni, che tendenzialmente rappresentano un tema delicato e controverso per la maggior parte degli operatori del settore.

Il decalogo della buona reputazione

Secondo il volume, i pilastri sui quali si fonda la reputazione sono condensabili in un vero e proprio decalogo: numero di clienti (è il meccanismo psicologico della “riprova sociale”, ovvero maggiore è il numero di clienti, più numerosi saranno i motivi per provarlo); l’esperienza vissuta, che gravita attorno a quattro aspetti, ovvero prodotto, servizio, ambiente e marketing; quantità e qualità della presenza sui media tradizionali; quantità e qualità dei riconoscimenti ottenuti dal locale; passaparola, ovvero avere gli ambasciatori; il personal brand del titolare o dello chef; opinion leader e influencer; immagine percepita (arredo, foto sui social, video, ma anche la carta utilizzata per il menu e il suo stile, tovaglie, piatti ecc.), coerente con l’identità differenziante del locale; quantità e qualità delle recensioni della critica tradizionale; quantità, qualità e frequenza delle recensioni dei clienti.

Come scalare le classifiche

Le recensioni, se “utilizzate” in maniera corretta, diventano così un aiuto per resistere e, addirittura, fatturare di più, anche in questo momento di crisi. Secondo quanto raccontato dal volume, la prima cosa da fare per scalare le classifiche è la più semplice possibile: chiedere le recensioni ai clienti soddisfatti, cosa che pochi ristoratori fanno.

Fonte: Il Sole 24 Ore