Stranieri residenti in Italia, 4 su 10 sono a rischio povertà

Quasi 13 milioni di italiani e 2,2 milioni di stranieri sono a rischio di povertà o di esclusione sociale. Ovvero vivono in famiglie a bassa intensità di lavoro, o a rischio di povertà, o in condizioni di grave deprivazione materiale. È questo uno dei dati del Rapporto annuale sull’economia dell’immigrazione (edizione 2022) della Fondazione Leone Moressa, che sarà presentato oggi a Roma (presso lo Spazio Europa, in via IV Novembre 149, alle 11).

Basandosi su dati Eurostat, la Fondazione rileva che fra gli italiani è a rischio di povertà e di esclusione sociale il 22,6% della popolazione sopra i 18 anni, mentre fra gli stranieri la quota a rischio sale al 44,4 per cento. Del resto, il divario fra autoctoni e stranieri è accentuato anche a livello europeo: il rischio di povertà per gli stranieri nella Ue a 27 è in media del 40,4%, contro il 19,5% degli autoctoni.

Il rischio di povertà per gli stranieri non è dovuto tanto alla mancanza del lavoro, quanto alle mansioni svolte, che comportano spesso retribuzioni più basse. Gli immigrati infatti, in Italia avevano nel 2019 un tasso di occupazione del 61,1% (popolazione fra 15 e 64 anni). Un tasso più alto, dunque, rispetto a quello degli italiani, che era del 58,8 per cento.

Con la pandemia, nel 2020 sono stati persi 176mila posti di lavoro di cittadini stranieri, recuperati solo in parte nel 2021 (i posti ripristinati fra gli immigrati sono stati 53mila).

Così, i lavoratori stranieri in Italia sono 2,25 milioni, con un tasso di occupazione, nel 2021, del 57,8%, inferiore rispetto al tasso di occupazione degli italiani (che era del 58,3% nel 2021 ed è poi aumentato al 60,2%, a settembre 2022, secondo gli ultimi dati Istat).

Fonte: Il Sole 24 Ore