Svezia, Andersson prima donna premier solo per poche ore

La bocciatura del budget e l’uscita dei Verdi

Difficoltà toccate con mano dal governo Andersson subito dopo l’insediamento, quando la legge di bilancio proposta dal governo è stata bocciata (il Partito di Centro ha votato contro), a vantaggio di una proposta alternativa presentata dai partiti di opposizione di centrodestra (Moderati e Cristiano-democratici) e dai Democratici svedesi, il partito populista di destra con radici in un movimento neonazista, finora considerato paria nella politica svedese. Il budget dell’opposizione ha ottenuto 154 voti favorevoli e 143 contrari.

Si tratta in realtà di un budget che prende le mosse da quello del governo, ma destina per esempio meno risorse alle famiglie o all’ambiente e di più a riduzione delle tasse, aumento dei salari per le forze di polizia, rafforzamento del sistema giudiziario. In poche parole, è un budget con un orientamento più di destra, che Andersson si è detta comunque disponibile ad adottare fino alle prossime elezioni, fissate per settembre, ma che ha spinto i Verdi a uscire dall’esecutivo.

«Abbiamo alle nostre spalle un partito unito nel sostenere che non possiamo stare in un governo che implementa una politica negoziata dai Democratici svedesi», ha dichiarato la portavoce dei Verdi, Marta Stenevi.

Gli scenari: un governo monopartitico

Come Andersson ha sottolineato «un governo dovrebbe dimettersi se un partito esce dalla coalizione, anche se la situazione in Parlamento non è cambiata». E così è accaduto. Ma l’ex ministra delle Finanze ha subito comunicato allo speaker dell’assemblea la volontà di risottoporsi a un voto per diventare premier, questa volta alla guida di un governo sostenuto formalmente solo dai Socialdemocratici.

Stando alle intenzioni espresse dai partiti, potrebbe farcela: i Verdi si sono detti pronti a sostenerla, come pure la Sinistra; il Centro ha dichiarato che si asterrà. Lo speaker del Parlamento comunicherà le sue intenzioni giovedì.

Fonte: Il Sole 24 Ore