Tbilisi Art Fair promuove la creatività della regione

L’attuale scena artistica della Georgia è il risultato della composizione di un puzzle che ha preso avvio all’indomani dell’indipendenza dall’Unione Sovietica nel 1991 ed è andato via via componendosi dando vita ad un’interessante e fiorente scena creativa guidata da una crescente comunità di artisti, designer e curatori e dalla trasformazione dell’infrastruttura artistica con la nascita di numerose gallerie e organizzazioni non profit, nonostante lo scarso sostegno governativo e istituzionale. Il centro è la capitale Tbilisi e nel puzzle non poteva mancare un appuntamento con il mercato, ovvero l’istituzione di una fiera, Tbilisi Art Fair, giunta quest’anno alla quarta edizione (dal 11 al 14 aprile).

<Abbiamo iniziato a pensare all’organizzazione di una fiera nel lontano 2015 – spiega il direttore artistico Eric Schlosser – ma la prima edizione è stata nel 2018, poi lo stop per il Covid ed ora eccoci qui per continuare a promuovere gli artisti emergenti e mid-career provenienti dalle frontiere orientali e meridionali dell’Europa, generare visibilità, fare networking, avviare collaborazioni internazionali e aprire alle gallerie straniere per far conoscere l’arte internazionale al collezionismo locale. Il focus – prosegue il direttore artistico – è chiaramente sulla scena artistica del Caucaso, un’arte che normalmente non si vede nelle altre fiere internazionali per via dei costi elevati che le gallerie di questi paesi devono sostenere per muoversi, per questo abbiamo deciso di invitare e ospitare in occasione della fiera un pubblico internazionale: sono oltre un centinaio gli invitati per questa edizione tra collezionisti, curatori e artisti in prevalenza dall’Europa, alcuni dagli Usa e dalla Cina>.

Le gallerie georgiane a Tbilisi Art Fair

Per la quarta volta, TAF si è svolta nell’area dell’ExpoGeorgia, un campus di 15 ettari situato a nord-est del centro storico della città e inserito nel distretto post-industriale di Tbilisi. Inizialmente sviluppato come esposizione regionale negli anni Sessanta, i padiglioni progettati nello stile del modernismo sovietico, hanno poi ospitato la fiera d’arte che quest’anno accoglie 30 gallerie per la maggior parte locali ma anche dalla Francia, Spagna, Belgio, Lituania, Azerbaijan, Russia, Armenia, oltre a una sezione denominata Hive che presenta i lavori di artisti nazionali e delle aree limitrofe per la maggior parte senza galleria. Questa sezione permette alle gallerie presenti in fiera di fare scouting tra i talenti, per la maggior giovani ma con che possono esporre e vendere i loro lavori pagando una fee di 200 euro senza ulteriori commissioni in caso di vendita.

Tra le gallerie georgiane presenti in fiera non poteva mancare LC Queisser, tra le più importanti, fondata nel 2018 dalla curatrice di origine tedesca Lisa Offermann. Con un focus sugli artisti contemporanei internazionali (tra cui Ser Serpas con opere da 25mila dollari) e georgiani come le artiste mid career Ketuta Alexi-Meskhishvili, solo show in galleria con una mostra dal titolo «Making food out of sunlight», (le fotografie in edizione di 2 + 1 AP sono in vendita a 5-6mila euro) e Thea Gvetadze o la più giovane Tolia Astakhishvili (classe 1974), artista interdisciplinare che lavora principalmente con le installazioni che, talvolta, incorporano opere di altri artisti (prezzi da 25mila dollari) in un processo di collaborazione che lei descrive come “dare spazio a narrazioni personali e collettive”. L’artista è tra i dieci vincitori della seconda edizione del premio biennale Chanel Prize che assegna ad ogni artista 100 mila euro.

In fiera LC Queisser esponeva, tra gli altri, i piccoli dipinti di Elene Chantladze (prezzi da 4-9mila euro, in Italia è rappresentata da Kaufman Repetto) che presentano le sue esperienze di vita attraverso Ia natura, gli animali influenzate dai conflitti geopolitici e il patriarcato. Per creare i suoi dipinti, l’artista utilizza materiali e pigmenti provenienti dall’ambiente circostante, come pezzi di cartone, scatole, coperte di plastica, benzina o succo di gelso. Altra galleria all’avanguardia è Gallery Artbeat che tra il 2014-2017 era un project space in un container dove realizzava mostre per introdurre l’arte contemporanea in luoghi periferici e dal 2017 ha una sede permanente nel cuore di Tbilisi. In fiera presentava una collettiva con artisti di generazioni diverse, testimoni di eventi storici e di transizione come il dipinto di Mamuka Japaridze (25mila $), che raffigura il famoso marchio “ROLEX” e rappresenta il contesto degli anni Novanta riflettendo i miti economici del periodo.

Fonte: Il Sole 24 Ore