Tim, Vivendi si astiene sul cda ma non rinuncia alla causa sulla rete

Alla fine Vivendi ha deciso di astenersi sulla nomina del cda Tim. Con un giorno d’anticipo sull’assemblea – che si tiene domani, 23 aprile, a “porte chiuse” con la formula del rappresentante designato – il socio francese, che detiene il 23,75% del capitale ordinario, lo ha fatto sapere con un comunicato dove precisa che comunque porterà avanti la causa, presentata al Tribunale di Milano, perchè in disaccordo con le decisioni prese dal consiglio Tim sulla cessione della rete. La media company che fa capo alla famiglia Bollorè spiega che ormai si considera un «investitore finanziario» e, come tale, «si preoccupa che consiglio e management di Tim garantiscano una crescita duratura del corso delle azioni attraverso decisioni gestionali nell’interesse della società, rispettose delle prerogative degli azionisti e dei principi di buona governance».

«Di conseguenza Vivendi – si legge nella nota – non sostiene la lista presentata dal consiglio di amministrazione uscente, data la continuità con un consiglio durante il cui mandato il titolo ha perso metà del suo valore e che è responsabile di aver approvato la vendita della rete fissa di Tim nel novembre 2023 a un prezzo che, a giudizio Vivendi, non riflette il pieno valore dell’asset, senza coinvolgere l’assemblea degli azionisti e il comitato parti correlate e senza fornire, a oggi, informazioni complete e affidabili al mercato sull’operazione e sui suoi effetti sulla sostenibilità di Tim».

«Spetta al management in carica e ai suoi sostenitori risolvere la delicata situazione in cui si trova Tim», sottolinea Vivendi che comunque non depone le armi, ma anzi ribadisce che «porterà avanti con decisione il ricorso contro la delibera del consiglio di amministrazione del novembre 2023 (quella che ha dato l’ok alla vendita della rete a Kkr, ndr) presso il Tribunale di Milano e ogni altro strumento giuridico a sua disposizione per tutelare i propri diritti». Il 21 maggio è fissata la prima udienza in Tribunale.

Per quanto riguarda l’assemblea Tim, è scontato a questo punto che la lista del consiglio esprimerà la maggioranza del nuovo board, con Alberta Figari indicata per la presidenza e la riconferma di Pietro Labriola come amministratore delegato. L’unica incognita è la ripartizione dei posti riservati alle minoranze tra le due liste sfidanti, presentate da Merlyn e Bluebell, che avevano entrambe avanzato candidature alternative sia per la presidenza sia per la posizione di ad.

Fonte: Il Sole 24 Ore