Tumori, infarti e fratture al femore: ecco i migliori ospedali, al Sud cesarei in risalita

Area cardiovascolare sotto la lente: Careggi (Firenze) al top

Il report dell’Agenas valuta complessivamente tutta l’area cardiovascolare attraverso 6 indicatori (mortalità infarto a 30 giorni; angioplastiche entro 90 miuti; mortalità a 30 giorni per scompenso cardiaco congestizio, per bypass, per sostituzione valvole cardiache e per riparazione di aneurisma non0 rotto dell’aorta addominale). Sul totale di 562 strutture che sono state valutate sono solo 55 le strutture con tutti e sei gli indicatori calcolabili. Di queste l’Aou Careggi di Firenze è «l’unica struttura che raggiunge un livello di qualità molto alto» mentre sono 17 le strutture che raggiungono un livello di qualità alto. Si tratta di: Ospedale Mauriziano Umberto I (Torino); Humanitas Gavazzeni (Bergamo); Fondazione Poliambulanza (Brescia); Centro Cardiologico Fondazione Monzino (Milano); Irccs S. Raffaele (Milano); Istituto Clinico Humanitas (Rozzano); Ospedale di Treviso; Ospedale di Mestre; Ospedale di Vicenza; Presidio Ospedaliero Cattinara e Maggiore (Trieste), Presidio Ospedaliero SMM (Udine); IRCCS Policlinico S. Orsola (Bologna); Stabilimento Umberto I – G. M. Lancisi (Ancona); Policlinico Universitario A. Gemelli (Roma); Policlinico Tor Vergata (Roma); P.O. Clinicizzato SS. Annunziata (Chieti); AOOR S. Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona (Salerno).

Le performance sul trattamento della frattura del femore

Per quanto riguarda la frattura del collo del femore, «la concentrazione della casistica risulta lievemente migliorata rispetto al biennio precedente»: sono 418 le strutture (61%) che hanno raggiunto la soglia standard dei 75 interventi all’anno coprendo il 96% dell’attività chirurgica complessiva. Anche se ce ne sono ancora 173 strutture (25%) «con volumi di attività particolarmente esigui (0,6% della casistica totale)». Delle 356 strutture con volumi superiori a 100 ricoveri nel 2022, 121 hanno raggiunto la soglia del 60%. Le 10 strutture con proporzioni più elevate sono: Ospedale Monopoli; Presidio Ospedaliero Umberto I (Siracusa); Presidio Ospedaliero S. Giovanni di Dio (Agrigento); Ospedale di San Dona’ di Piave; Ospedale Sandro Pertini (Roma); Presidio Ospedaliero Giovanni Paolo II (Sciacca); Policlinico Universitario Campus Bio Medico (Roma); Stabilimento di Jesi; Istituto Clinico Humanitas (Rozzano); Casa Di Cura Latteri Valsava Srl (Palermo).

Nelle cure osteomuscolari 28 strutture con qualità molto alta

Nel report dell’Agenas c’è anche una valutazione complessiva dell’area osteomuscolare attraverso 3 indicatori (intervento chirurgico entro 48 ore per frattura del collo del femore sugli over 65; riammissioni a 30 giorni dopo interventi per protesi d’anca e protesi di ginocchio). Risultano 338 le strutture con tutti e tre gli indicatori valutati; tra queste, 28 raggiungono un livello di qualità molto alto e sono: Ospedale Maggiore Chieri; Presidio Sanitario Gradenigo (Torino); Policlinico San Marco Osio Sotto; Policlinico San Pietro (Ponte San Pietro); Ospedale di Suzzara; Ospedale San Pellegrino (Castiglione delle Stiviere); Ospe-dale M. O. Antonio Locatelli (Piario); Humanitas (Rozzano); Irccs Policlinico San Donato (San Donato Milanese); Ospedale Aziendale di Bressanone; Presidio Ospedaliero S. Chiara (Trento); Ospedale di Rovereto; Casa Di Cura Pederzoli (Peschiera del Garda), Ospedale di Feltre; Ospedale di Conegliano; Ospedale di Portogruaro; Ospedale di Cittadella; Ospedale Nuovo Valdarno (Montevarchi); Stabilimento di Fabriano; Ospedale CTO. A. Alesini (Roma); Casa di Cura S. Anna (Pomezia); azienda Osp. S. Giovanni-Addolorata (Roma); Campus Bio Medico (Roma); Ospedale regionale F. Miulli (Acquaviva delle Fonti); P.O. Trigona (Noto); Ist.Ort. Villa Salus I. Galatioto Srl (Melilli); Casa di Cura Igea (Partinico), Casa di Cura Noto Pasqualino (Palermo).

Valutazione dell’area chirurgica oncologica: 4 ospedali al top

L’Agenas valuta anche l’area della chirurgia oncologica attraverso 3 indicatori (proporzione di nuovi interventi di resezione entro 120 giorni da un intervento chirurgico conservativo per tumore maligno della mammella, mortalità a 30 giorni per interventi chirurgici a polmone e colon). Sotto la lente ospedali con almeno 135 interventi annui per il tumore maligno della mammella, di almeno 85 interventi per il tumore del polmone e di almeno 45 interventi per il tumore del colon. In totale sono 116 le strutture con tutti e tre gli indicatori valutati, mentre sono 4 le strutture con livello di qualità molto alta e cioè: ospedale di Mestre, Aou di Padova, Stabilimento Umberto I – G. M. Lancisi (Ancona) e Policlinico Gemelli (Roma). Le 28 strutture con livello di qualità alta sono: AO S. Croce e Carle (Cuneo), Humanitas Gavazzeni (Bergamo), Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi (Varese), Pres. Ospedaliero Spedali Civili (Brescia), Ospedale S. Gerardo(Monza), Ospedale Ca’ Granda-Niguarda (Milano), IRCCS S. Raffaele (Milano), Istituto Europeo di Oncologia (Milano), Ist. Clin. Humanitas (Rozzano), Casa di Cura Pederzoli (Peschiera del Garda), Ospedale di Treviso, Presidio Ospedaliero SMM (Udine), Ospedale Morgagni-Pierantoni(Forlì), Azienda Ospedaliero-Universitaria (Parma), Azienda Ospedalie-ro-Universitaria (Modena), IRCCS Policlinico S. Orsola (Bologna), Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, Azienda Ospedaliera Universitaria Senese, Az. Ospedaliero – Uni-versitaria Careggi (Firenze), Az. Osp. San Camillo-Forlanini (Roma), Policlinico Umber-to I(Roma), P.O. Spirito Santo (Pescara), A.O.U. Federico II di Napoli, Ospedale Lecce V. Fazzi, Istituto Tumori Giovanni Paolo II (Bari), Consorziale Policlinico Bari, Ospedali Riuniti di Foggia, Nuovo Ospedale Garibaldi – Nesima (Catania).

Area parto sotto la lente: cesarei in risalita soprattutto al Sud

Il Pne prende sotto esame anche l’area parto e dalla sua valutazione emerge come si sia «registrata una battuta d’arresto nel trend di decrescita» dei tagli cesarei, con una percentuale in leggera risalita (23%), «ai livelli del 2017». In particolare si ricorre meno al bisturi nei punti nascita pubblici sopra i 1.000 parti l’anno e «una maggiore propensione alla pratica chirurgica da parte delle strutture private». Non solo: «la gran parte delle regioni del Sud ha fatto registrare nel 2022 valori mediani superiori al dato nazionale» con strutture che superano il 40% in Campania, Sicilia, Lombardia, Puglia e Lazio. La proporzione media di parti naturali dopo il cesareo (VBAC) è al 10% «in leggera decrescita sul 2021» con grandi variabilità Nord-Sud (oltre il 30% a Bolzano e Trento e Friuli e al di sotto del 10% in molte regioni del Centro-Sud).Il ricorso all’episiotomia è poi costantemente diminuito nel corso degli anni, passando dal 24% nel 2015 all’11% nel 2022, ma «con valori tendenzialmente più elevati nell’Italia meridionale». Prendendo proprio in esame questi tre indicatori (tagli cesarei, VBAC e episiotomie) per le sstrutture con almeno 500 parti l’anno ci sono 342 strutture con tutti e tre gli indicatori valutati, di cui 50 raggiungono un livello di qualità molto alto. La regione che presenta la proporzione più alta di strutture con livello di qualità molto alto è l’Emilia-Romagna (11 strutture su 17, pari al 65%). In 9 regioni, nessuna struttura raggiunge un livello di qualità molto alto: Valle d’Aosta, Liguria, Lazio, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.

Fonte: Il Sole 24 Ore