Videogiochi, ecco Star Citizen, tutta la storia di un crowdfunding da record

Racimolare oltre 340 milioni di dollari vendendo astronavi immaginarie? Sembrava impossibile, prima di Star Citizen. Eppure è ciò che è riuscito alla Cloud Imperium, software house che nasce con un obiettivo interessante ma modesto, che negli anni è cresciuto a dismisura fino a puntare là dove nessuno è mai giunto prima… citare Star Trek in questo caso è un obbligo. L’avventura inizia nel 2012, quando Chris Roberts, dopo una breve parentesi come produttore cinematografico (Lord of War, Slevin Patto Criminale), decide di tornare nel mondo dei videogiochi provando a sviluppare il seguito spirituale del suo più grande successo passato: Wing Commander.

Wing Commander è stato uno dei titoli più famosi degli anni ’90, e uno dei primi progetti che, sfruttando le capacità dei neonati CD-ROM, cercò di convincere attori di prima fascia a comparire in un videogioco. E ci riuscì: in Wing Commander III del 1994 compaiono Mark Hamill, John Rhys-Davies, Malcom McDowell, oltre a una pornostar in incognito molto in voga in quegli anni: Ginger Lynn.

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Il gioco era abbastanza classico come struttura: trama e missione, trama e missione, fino allo scontro finale con i malvagi Kilrathi. Star Citizen sarebbe dovuto essere proprio questo, nient’altro che questo, ma visto l’interesse crescente del pubblico ben presto il progetto prese due strade diverse. L’idea iniziale, il Wing Commander di nuova generazione, venne così ribattezzato Star Citizen Squadron 42, mentre da una costola del progetto originale iniziò a prendere forma uno Star Citizen per certi versi totalmente diverso, e molto più avveniristico, chiamato Star Citizen Persistent Universe.

Dopo dieci anni, Nessuno dei due Star Citizen è ancora completo, e il secondo potrebbe addirittura non esserlo mai, anche se questo non significa quel che poteva significare anni fa: un progetto come quello che ha in mente Chris Roberts è infatti uno di quelli destinati a crescere fino a quando avrà un pubblico, un universo a tutti gli effetti in continua espansione. E i soldi? Inizialmente Star Citizen si è avvalso della piattaforma Kickstarter, dove ha subito raccolto un enorme successo, ma successivamente è stato costretto a trovare nuove formule per continuare a pompare fondi nei diversi team di sviluppo, sparsi in tutto il mondo, che si occupano della sua crescita.

Da qui, l’intuizione: vendere astronavi che per diversi anni non è stato possibile nemmeno guidare, ma solo ammirare in un hangar virtuale. E la strategia ha funzionato, eccome se ha funzionato: nel gennaio del 2021, Cloud Imperium ha rivelato di aver raccolto attraverso questa peculiare forma di crowfunding più di 340 milioni di Dollari, rendendo. Un vero e proprio record (è il secondo crowdfunding più di successo nella storia) che ha permesso a Star Citizen di crescere, attirando nel frattempo anche feroci critiche.

Fonte: Il Sole 24 Ore