A Merano (e dintorni) tra passeggiate e storia in un’atmosfera belle époque

In questo angolo di Sudtirolo dell’alta valle dell’Adige, non si soffre della sindrome da “over tourism” che interessa alcune destinazioni delle Dolomiti e non c’è bisogno di contingentare l’accesso per le auto come avviene alle Tre Cime di Lavaredo, al lago di Braies o in Val di Funes. Proprio l’autunno è una delle stagioni migliori per visitare questo vivace territorio che sa regalare benessere e cultura, grande tradizione enogastronomica e tante opportunità per entrare in contatto diretto con la storia e la natura.

Chiese, castelli gotici e architettura in stile liberty

L’anima di città turistica e per l’accoglienza di Merano ha radici profonde, quando a fine ‘800 diventò meta prediletta per i soggiorni invernali della nobiltà e dell’alta borghesia europea grazie al suo clima mite dovuto alla particolare conformazione ad anfiteatro, aperta a Sud e protetta dalle montagne sugli altri tre versanti. Merano è culla di storia e la sua impronta di luogo di frontiera fra Italia e Austria si è forgiata nel corso di duemila anni, dagli insediamenti romani all’essere capitale del Tirolo e feudo asburgico (dal XIII secolo in avanti) fino all’attuale veste di importante centro della Provincia autonoma di Bolzano. Se le tre porte medievali, la cattedrale gotica di San Nicolò (del 1300) e il Castello Principesco (residenza nobiliare cittadina di Sigismondo d’Asburgo) sono i segni evidenti del passato remoto scorsi, Merano è anche un esempio eccellente di architettura urbana contemporanea: il primo tassello risale al 1874, data di costruzione del Kurhaus, lungo il fiume Passirio, luogo di intrattenimento per gli illustri turisti del tempo. Fra la fine del XIX secolo e l’inizio di quello successivo nascono i primi alberghi di lusso (come il Grand Hotel Palace, ancora in attività), il primo teatro e il secondo palazzo Kurhaus in stile liberty, la cui sala da mille posti a sedere ospita eventi come il Merano Wine Festival (in programma a inizio novembre) e rassegne musicali estive come il Sudtirol Festival.

I giardini fioriti e le passeggiate

A rendere piacevole questa città impreziosita dalle sue rinomate Terme (la prima vena fu scoperta agli inizi del ‘900 mentre la nuova struttura con oltre 2.000 metri quadrati di specchi d’acqua e uno dei giardini urbani più grandi d’Europa è stata inaugurata nel 2005, in sostituzione di quella aperta negli anni ’60) sono tanti elementi perfettamente miscelati fra di loro, fra opera dell’uomo e natura. Le passeggiate che si sviluppano per circa 10 km entro i confini comunali lungo le due sponde del Passirio e sulle colline circostanti sono state create 150 anni fa ma conservano ancora oggi il loro fascino originale. E sono divenute un’icona della Merano moderna. La Tappeinerweg è la più suggestiva: costellata da piante provenienti da tutto il mondo, porta il nome del medico (Franz Tappeiner) che la progettò per il benessere dei suoi pazienti e corre sopra i tetti della parte più antica della città (il quartiere Steinach) verso Lagundo e i Castelli Tirolo e Fontana. Percorrendo in direzione Nord la Wandelhalle, la porzione coperta della passeggiata d’inverno, si arriva invece fino alla Gola della Gilf. Ciò che stupisce, camminando lungo queste passeggiate, è la cura maniacale del verde e la presenza di fiori ovunque. E se prendere un caffè o un bicchiere di vino nei tavolini all’aperto di questo infinito giardino regala sensazioni e atmosfere belle époque, per un pranzo nel segno della storia gli indirizzi non mancano. Uno da appuntarsi è il ristorante Sigmund, elegante locale nei pressi di Porta Bolzano che risale al XIV secolo e che conserva al proprio interno affreschi del 1600.

Camminando fra storia e meleti

Lasciandosi alle spalle l’abitato e il fiume, un percorso imperdibile è il Sentiero di Sissi, dedicato all’imperatrice Elisabetta d’Austria, che in questi luoghi soggiornò in quattro occasioni, a partire dal 1870, nella seconda metà del XIX secolo. Undici le tappe che ricordano in qualche modo la celebre nobile e che portano al Castello Trauttmansdorff, con i suoi giardini terrazzati e il Touriseum, un museo interattivo dedicato al turismo alpino. Un’altra escursione da mettere in agenda collega invece il quartiere di Maia Alta a Saltusio risalendo dolcemente la Val Passiria: è il “Waalweg”, il sentiero della roggia, un camminamento che attraversa boschi e frutteti e segue per lunghi tratti il piccolo corso d’acqua alimentato dalle acque del Passirio che si snoda sul lato orientale della valle, ai piedi del Monte Scena, lungo un percorso mirabilmente scavato nella terra e nella roccia.

A Marlengo per scoprire la cultura del vino

Steli informative con testi sulla storia del vino e la cultura vitivinicola, antichi masi adibiti a cantine e vecchie distillerie artigianali, tradizionali oggetti per la viticoltura riprodotti a grandezza naturale come il falcino per le viti e la “pazeide”, un antichissimo recipiente che campeggia nella piazza centrale del paese. Il sentiero ViaCulturaVini di Marlengo, inaugurato nel 2017, è un’occasione per entrare con leggerezza nel mondo dell’enologia e conoscere i segreti di questo territorio vinicolo, scoprendo nel contempo gli angoli più caratteristici di un borgo che vive dei colori cangianti dei suoi vitigni a pergola e a spalliera che scendono dalla collina e si insinuano fra le case. Una tappa obbligata è alla Cantina sociale di Merano, una bellissima struttura ipogea (le botti in barrique riposano a 20 metri sotto la superficie) costruita in legno e vetro e aperta alla degustazione delle etichette più rinomante dell’Alto Adige, dal Pinot Nero al Weissburgunder passando per la classica Schiava.

Fonte: Il Sole 24 Ore