Africa, premiati gli artisti moderni e contemporanei storicizzati

La nuova stagione delle aste di arte africana Moderna e Contemporanea ha confermato le tendenze già in corso nel 2023, ovvero il rallentamento del mercato e una maggior attenzione per gli artisti africani storicizzati. In questa primi mesi del 2024 si sono svolte a Londra due appuntamenti, quello più recente, dello scorso 27 marzo, da Bonhams, con l’asta Modern and Contemporary African Art che ha totalizzato 1,30 milioni di sterline, al di sotto della stima pre-vendita compresa tra 1,55 e 2,3 milioni di sterline. Dei 68 lotti offerti solo 37 hanno trovato un acquirente corrispondente ad un tasso di vendita del 54% e un invenduto del 45%. Sette opere, ovvero il 19%, sono state vendute al di sopra della loro stima massima, mentre 30 opere, cioè l’81%, sono state aggiudicate entro le stime.
A guidare l’asta l’opera dell’artista nigeriano Ben Enwonwu, «Portrait of Tonkin Jackson» (1982), venduto per 381.400 sterline (incluso buyer premium) rispetto alla stima tra 300.000-500.000 sterline. L’opera, ha avuto già un passaggio non in asta in passato, è il ritratto della figlia dell’avvocato dell’artista, che dimostra l’abilità di Enwonwu ed è stata esposta alla Royal Society of British Artists di Londra nel 1987.
L’opera fotografica «Billboard Series: Democracy is Forever, Pimville» (2004) dell’artista sudafricano Santu Mofokeng è stata venduta per 11.520 sterline (con buyer premium), un prezzo superiore del 400% rispetto alla stima minima. Invece non ha trovato acquirenti l’olio su tela «The Lost Orchid», 1948 dell’artista sudafricano Vladimir Tretchikoff (stima tra 150.000 – 200.000 sterline).

Passando all’asta di Sotheby’s Modern & Contemporary African Art del 21 marzo la vendita ha totalizzato 1,33 milioni di sterline, un ammontare inferiore alla stima minima pre-vendita di 1,64 milioni di sterline, la massima arrivava a 2,4 milioni di sterline. Il sell-through rate è stato del 69% con 97 lotti messi in vendita, di cui 4 ritirati prima della vendita. Sul totale 67 hanno trovato un acquirente e 26 sono stati gli invenduti tra cui il dipinto di Alexis Preller, «Portrait of the Artist as a Visionary» (1972), stimato tra i 200-300.000 sterline, opera già passata quattro volte in asta. Top lot «Mirage», 1983 dell’artista marocchino Mohammed Melehi, (1936-2020), venduta per 127.000 sterline, l’81% in più rispetto alla stima minima di 70.000 sterline. Nella sezione Contemporaneo erano offerte due opere del ghanese Amorfo Boako: una è andata invenduta e l’altra, «Untitled» del 2019 ha raggiunto 95.250 sterline (stima 60-80.000 sterline).

L’arte africana in asta nel 2023

Nel 2023 le vendite all’asta di artisti africani, moderni e contemporanei, hanno registrato un calo dell’8,4% rispetto all’anno precedente attestandosi a 87,2 milioni di dollari rispetto ai 79,8 milioni di dollari del 2022 secondo quanto indicato nell’ultimo report degli analisti di ArtTactic sull’area che si basa sui risultati in asta dei big occidentali (Sotheby’s, Christie’s, Phillips, Bonhams, Piasa) e dei due operatori locali Strauss & Co e ArtHouse Nigeria.

Il report ArtTactic ha analizzato oltre 24.000 lotti venduti e 3.125 artisti nati in Africa, ma non quelli di origine africana della diaspora. Il motivo principale del rallentamento è stato il minor numero di opere d’arte offerte in asta (-17,9%), nel 2022 sono passati 4.546 lotti e solo 3.734 nel 2023, probabilmente riflesso del nervosismo dei venditori in un anno di incertezza economica e geopolitica.

I Modernisti africani in Biennale

Le opere degli africani moderni e del dopoguerra hanno rappresentato solo il 19% del mercato complessivo dello scorso anno, rispetto al 20% del 2022. La casa d’asta sudafricana Strauss & Co., che recentemente ha aperto un ufficio a Londra e sta lavorando per invertire questa tendenza. “Coloro che hanno vissuto in Sudafrica nel dopoguerra hanno avuto pochi o nessun riconoscimento nel corso della loro vita a causa dell’embargo culturale in risposta alle politiche di apartheid del Sudafrica di allora, terminate ufficialmente nel 1994” spiegano gli esperti di Strauss in un recente incontro via Zoom con diversi rappresentati del mercato dell’arte. “Molti dei nostri migliori artisti della metà del secolo scorso, bianchi e neri, non hanno mai avuto una piattaforma internazionale per potersi confrontare con i loro contemporanei” ha dichiarato Alastair Meredith, specialista d’arte senior di Strauss, durante l’incontro. “Questi maestri modernisti sudafricani, oltre ad altri provenienti da tutto il continente, riceveranno attenzione alla Biennale di Venezia di quest’anno”. Tra questi nella mostra principale troveremo Dumile Feni (Sudafrica 1942-1991) in asta i suoi disegni hanno dei prezzi molto contenuti, ma già nel 2023 il suo turnover è più che triplicato a 147.000 euro con 22 lavori aggiudicati, e Gérard Sekoto (1913-1993), pittore e musicista, ampiamente riconosciuto come il pioniere dell’arte nera sudafricana appartenente al movimento del Realismo sociale. Nelle sue opere ha dato rilievo alle situazioni sociologiche dell’urban black e, insieme ad altri artisti pionieri, è stato tra i primi a introdurre questa prospettiva nell’arte sudafricana. Durante il suo esilio a Parigi, Sekoto realizzò molti disegni e fotografie, i primi ritraggono i luoghi che ha visitato e in cui si è trasferito durante questo periodo della sua vita. Le fotografie scattate in bianco e nero lo ritraggono mentre suona la chitarra o il pianoforte. In un’asta dello scorso febbraio da Strauss & Co un suo dipinto, olio su tavola, è stato venduto per 462.100 ZAR (22.612 euro), un valore pari al minimo del range di stima.

Fonte: Il Sole 24 Ore