Alluvione, Vicenza salva grazie alle vasche di laminazione realizzate con i fondi Europei

Grazie alle vasche realizzate con i fondi europei Vicenza si è salvata dall’alluvione. Senza gli invasi temporanei a Caldognò, sul Timonchio, a Guà sul fiume Agno, e a Viale Diaz in città, Vicenza sarebbe stata investita da una vera e propria furia d’acqua.
«Sono arrivati tre milioni di metri cubi d’acqua» ha sottolineato in una nota Francesco Vincenzi, presidente dell’associazione nazionale dei consorzi di gestione e tutela del territorio e delle acque irrigue (Anbi), «paragonabili a quelli della tempesta Vaia».
«Quanto accaduto nel vicentino deve essere monito per privilegiare politiche di prevenzione rispetto alla mera conta di danni e vittime – ha scritto Vincenzi -. Il Veneto ha imparato la lezione ed ha in programma la realizzazione di 23 bacini, di cui 13 già in opera, di fronte all’evolversi del quadro meteo».

La lezione dell’alluvione del 2010

A spingere le istituzioni venete a programmare questi interventi sono stati gli eventi disastrosi del 2010. Da allora, grazie all’utilizzo dei fondi europei (programmazione del Fondo europeo di sviluppo regionale 2014-2020) è iniziata la progettazione e realizzazione di questi impianti che sono sostanzialmente dighe temporanee in cui viene immagazzinata l’acqua in eccesso durante le precipitazioni e da cui viene scaricata in un secondo momento, ma con una portata ridotta evitando quindi che si riversi su strade e case in maniera massiccia.

Le dighe temporanee che hanno salvato Vicenza

Tra le strutture che hanno salvato Vicenza dal disastro c’è la cassa di laminazione costruita sul torrente Timonchio per cui sono stati spesi 21 milioni di euro, con 9 milioni e 733 mila provenienti alle risorse della politica di Coesione europea (fondo Fesr). In centro è stato fondamentale il bacino di laminazione di viale Diaz: un’opera costata oltre 19 milioni di euro, 17 dei quali provenienti dai fondi di coesione.

Nell’elenco delle opere strategiche anche l’invaso sul torrente Orolo nel Comune di Costabissara e Isola Vicentina. In questo caso l’opera è costata 11 milioni e 400 mila euro coperti per la quasi totalità da risorse europee. Lo stesso vale per un altro intervento analogo, quello relativo al fiume Agno-Guà, realizzato attraverso l’adeguamento dei bacini demaniali di Trissino e Tezze di Arzignano nei comuni di Trissino e Arzignano. L’opera, per cui si stima una spesa di 19 milioni e mezzo ha beneficiato di risorse provenienti dall’Unione europea per poco meno di 8 milioni e mezzo di euro.

Fonte: Il Sole 24 Ore