Auto elettriche, Mercedes rivede strategia e l’addio alle auto termiche è più lontano

La Mercedes rinvia lo switch da endotermico a elettrico. In sintesi, ecco quanto recentemente annunciato dal Ceo di Mercedes Ola Källenius. Una dichiarazione che non fa fare una retromarcia all’auto elettrica, ma che fa fare un balzo in avanti a quella che dentro al cofano ha motori con i pistoni. Infatti, la casa tedesca ha aggiornato la road-map con cui sarebbe dovuta arrivare nel 2030 a dire addio ai motori Ice, ovvero a combustione o se preferite endotermici, annunciando non solo l’aggiornamento delle attuali motorizzazioni per rispettare le future normative antinquinamento, comprese quelle che entreranno in vigore negli Usa nel 2027, ma anche l’arrivo entro quel periodo di un nuovo efficiente quattro cilindri di 2 litri a benzina e l’aggiornamento delle attuali architetture multienergia per futuri modelli non a emissioni zero.

Mercedes, una doppia road map per i prossimi anni

In pratica, la Mercedes vara una doppia road map che vede, da un lato, la Bev Strategic Consistency per lo sviluppo di una nuova generazione di modelli a propulsione elettrica basati sulla piattaforma Mma a partire dal prossimo anno e, da un altro lato, la Ice Tactical Flexibility per quello delle unità a combustione. Le molle che spingono Mercedes a questa revisione sono costituite, come per altri costruttori, dal fatto che lo switch delle vendite tra le auto con motori a combustione e quelle elettriche, al momento, riguarda a livello normativo solo l’Europa e la California, dal peso dei costi di sviluppo e di produzione, dalla necessità di incrementare in modo convincente l’autonomia e la diffusione delle colonnine veloci, dai costi delle ricariche e delle batterie, in questo caso perché la reperibilità delle componenti per la loro realizzazione è monopolizzata dalla Cina. In definitiva, la transizione elettrica non è un discorso globale e avverrà solo dove sarà possibile quando le condizioni lo permetteranno. Stupisce che in questo girone sia finita persino la Mercedes, pensando che ha come principale azionista la cinese Geely. Tuttavia, nemmeno tanto velatamente, anche Geely che ha tanti marchi lanciati nell’elettrificazione pura, per esempio Volvo che per il momento non annuncia nessuna revisione all’intenzione di non produrre più auto con motori Ice dal 2030, gioca ancora sul fronte dei motori termici ad alta efficienza per supportare i sistemi ibridi e ibridi plug-in, la cui diffusione è ritenuta rilevante ancora per molto tempo. Al riguardo, basta pensare all’accordo con l’Alleanza Renault Nissan per creare un gigante della produzione di unità Ice, nel quale potrebbe entrare anche Aramco, società saudita del settore degli idrocarburi, che dovrebbe concentrarsi nella ricerca di e-fuel e idrogeno per alimentare i motori a combustione.

Mercedes, anche altri gruppi automobilistici rallentano la corsa elettrica

Come anticipato, il cambio di visione della Mercedes non è un caso isolato. Infatti, sono sulla stessa lunghezza d’onda, per esempio, Bmw, Ford, General Motors, Stellantis e Toyota. Bmw lo conferma sia con la Neue Klasse, l’architettura multienergia che a partire dal 2025 sosterrà nuovi modelli, sia con la crescente offerta di auto del brand sportivo M per le quali l’elettrificazione si ferma a sistemi ibridi plug-in. Ford ha rivisto la propria strategia rinviando e in parte tagliando l’investimento di miliardi di dollari per le auto elettriche, giustificandolo con la necessità di attendere tempi migliori per i costi e la capacità delle batterie dopo una consistente perdita accumulata dalle full-electric, in parte compensata dai business delle flotte aziendali e delle vetture con motori termici e di concentrarsi su quelle ibride. General Motors ha recentemente dichiarato di rallentare lo sviluppo di nuovo modelli e ha messo in stand-by la costruzione di un impianto per produrre batterie. Stellantis anticipando l’arrivo di una famiglia di modelli derivata dalla prossima generazione della Fiat Panda ha annunciato che saranno spinte anche da motorizzazioni termiche per supportarne la diffusione in quelle parti del Mondo dove non ci sono le condizioni per vendere le auto elettriche e, quindi, non è azzardato pesare che sarà così anche per gli altri brand del gruppo, mentre Toyota continua a ripensare la sua strategia elettrica nonostante la road-map che prevede molti modelli full-electric. Da questo quadro non sfugge il gruppo Volkswagen che, come gli altri, trova difficile produrre modelli elettrici su larga scala e in maniera redditizia, tanto che dopo avere condiviso la sua architettura Meb per modelli di taglia compatta e media a Ford, accordo che permette al gruppo tedesco di rientrare parzialmente dei costi di sviluppo e alla Ford di non fare investimenti per realizzare una piattaforma nativa elettrica, ora pare che stia dialogando con Renault per condividere quella di piccole dimensioni che la casa francese sta approntando per la fura generazione della Twingo E-Tech Electric.

Fonte: Il Sole 24 Ore