Beluga, la barca a vela stampata in 3D con polimeri riciclati

«La nostra tecnologia – spiega il Ceo e co-founder di Caracol Francesco De Stefano – ci consente di liberarci delle geometrie sui tre assi cartesiani tipiche delle 3D printer tradizionali e di stampare con inclinazioni particolari, anche di 45 gradi, che ci consentono di creare strutture cave come quella dello scafo del Beluga».

Collaborazione corporate

Il progetto di questa piccola imbarcazione è nato ed è stato sviluppato in appena tre mesi, ed è nato dall’incontro di Caracol con il gruppo Maire Tecnimont, e in particolare con una società nata dalla sua controllata NextChem, MyReplast Industries. Quest’azienda, che opera in provincia di Brescia, ha messo a punto un processo per produrre un polimero vergine partendo da rifiuti plastici, opportunamente trattati attraverso un processo di cernita, lavaggio e trattamento meccanico.

«Maire Tecnimont – spiega il chief innovation officer Marco Grassi – è un gruppo che opera come “abilitatore” della trasformazione digitale e, per questo, oltre alla propria attività di innovazione cerca continuamente contati con i protagonisti dell’innovazione, sia dal lato accademico che tra le startup. In questo momento abbiamo oltre 4.500 progetti deliberati di open innovation e quello avviato con Caracol è uno tra questi».

Pensiero all’ambiente

«Ci eravamo già incontrati in occasione di un altro progetto – spiega De Stefano – e quindi quando abbiamo pensato a Beluga è stato naturale metterci in contatto con loro».

Sì, ma perché una barca a vela? «Durante la pandemia abbiamo avuto tempo tutti quanti di ripensare al nostro stile di vita. Il Covid-19 ci ha bloccati anche nella pratica dei nostri sport preferiti e creato forti criticità nelle supply chain che tuttora condizionano fortemente l’attività del nostro manifatturiero. L’unico aspetto positivo è forse che quando ci siamo chiusi in casa le nostre città sono rifiorite, il cielo è tornato più limpido e anche il mare si è ripulito. Ma ora che stiamo ripartendo, con l’obiettivo di rendere il pianeta più pulito e di ridurre il nostro impatto ormai insostenibile, ci stiamo accorgendo che dare nuova vita ai nostri rifiuti non è assolutamente facile. E che l’impiego di materiali riciclati è ancora troppo limitato».

Fonte: Il Sole 24 Ore