Borsa, la policy sui giovani talenti che a volte manca nelle imprese quotate

Una policy per attirare talenti. È l’elemento chiave per rendere un’azienda interessante agli occhi dei giovani. Nel questionario dell’Osservatorio Esg di Plus24-Ufficio Studi Sole 24 Ore abbiamo chiesto alle imprese se avessero appunto tale policy e, inoltre, se fossero previsti il lavoro da remoto (smartworking) e gli orari flessibili. Ebbene, ci sono sei aziende quotate (quattro sull’Egm e due sullo Star) che alle domande relative al 2022 avevano risposto di non possedere la policy sui talenti né lo smartworking. Due in particolare, Industrie Chimiche e Forestali (Icf) e Sanlorenzo yacht, avevano poi risposto di prevedere orari flessibili. Questo il quadro della situazione. Ma visto che il riferimento era al 2022, abbiamo realizzato un aggiornamento sul tema. Ecco i risultati.

Stage, academy. E la policy?

«Abbiamo risposto di no perché quando ci viene chiesto se abbiamo una policy, la domanda per noi si traduce: avete una procedura? Ebbene la procedura non c’è ma facciamo tante cose per attrarre talenti»: Alberto Rizzi è l’investor relator di Iniziative Bresciane (energie rinnovabili) e la sua risposta potrebbe essere estesa alle altre aziende. Inoltre tutte fanno stage e formazione lavoro; Iniziative Bresciane sta poi per chiudere un accordo per finanziare la ricerca dell’ateneo di Brescia. Legami con l’università anche per Longino&Cardenal (prodotti di alta cucina): «Siamo soci sostenitori dell’Università delle Scienze Gastronomiche di Pollenzio, laboratorio dedicato allo studio e alla ricerca applicata delle trasformazioni gastronomiche e abbiamo una convenzione con l’Università Liuc per l’inserimento di risorse qualificate in azienda», ricorda Riccardo Uleri, amministratore delegato della società.

Forti relazioni con le scuole tecniche per Icf: «Non abbiamo una prassi definita e consolidata sul tema dei talenti – ricorda l’amministratore delegato Guido Cami –. Per quanto riguarda le competenze di carattere tecnico, assumiamo neolaureati provenienti da scuole tecniche, in particolare chimici e biologi. Entrano in azienda con contratti di formazione o apprendistato che diventano poi contratti permanenti».

C’è poi chi crede talmente nella formazione delle giovani risorse, come la Franchi Umberto Marmi, che ha creato la Fum Academy «per promuovere sul territorio – fanno sapere dall’azienda – un know-how tipico del settore lapideo e sostenere il comparto attraverso la formazione di professionisti a livello nazionale ed internazionale».

Newlat Food, tra le società monitorate, è quella con più dipendenti: ben 2.189. Il presidente Angelo Mastrolia conferma che l’azienda «non ha una specifica policy ma non soffre di carenza di talenti. Anzi. Nel 2023 sono state assunte ben 220 persone. Inoltre, a proposito dello smartworking, riteniamo che faccia perdere il contatto con l’ambiente lavorativo, limitando lo scambio culturale».

Fonte: Il Sole 24 Ore