Chitarre, ukulele e digitale. Così è tutta un’altra musica anche grazie all’Ai

L’innovazione tecnologica nel campo musicale non sta solo creando scompensi all’industria, rivoluzionata dall’intelligenza artificiale. Il filone della musica digitale vede tante sfaccettatre, non per ultima quella degli strumenti che, dal fisico, assumono contorni “liquidi”. Conseguenza di un pubblico che è sempre più immerso in Spotify e streaming, nonostante la ripresa del formato vinile che da qualche anno supera come vendite annuali i cd. Ecco allora che strumenti come chitarre e flauti vengono rivoluzionati nelle forme e destinazioni d’uso, anche per non soccombere sotto il peso della produzione fatta solo di bit.

È il caso di AeroBand (480 euro), una chitarra che sembra uscita direttamente dal videogame Guitar Hero. Da lontano sembra un modello elettrico dalle fattezze tradizionali ma in realtà sotto nasconde ben altro. Ha corde in silicone, morbide, e il supporto a nove diversi strumenti, tra cui chitarre acustiche ed elettriche, ukulele e persino una chitarra silenziosa. Il tutto grazie ad un modulo elettronico interno che la trasforma in un modo per suonare da soli ma anche per registrare musical al computer, attraverso l’uscita Midi. Come spesso accade in questi casi, lo strumento “phygital” è anche mezzo di formazione: AeroBand Guitar può essere utilizzata insieme all’app per funzionalità più ricche, inclusa l’uso della modalità pratica, che insegna a governare accordi e passaggi complessi.

E la pratica è una delle finalità di re.corder (149 euro), flauto realizzato dalla startup marchigiana Artinoise. Ha molte funzionalità didattiche e opzioni pensate per la disabilità, come la creazione di diteggiature personalizzate e la possibilità di suonare senza dover soffiare. Nato come idea poco prima della pandemia, l’obiettivo è semplificare l’insegnamento dello strumento a bambini e adulti, unendo l’apprendimento classico alle potenzialità offerte dalla tecnologia. Per questo, re.corder può essere utilizzato in tre modi: come flauto dolce tradizionale a suono ’aperto’; attraverso un paio di auricolari agganciati; come controller Midi, per salvare in digitale le composizioni, da usare anche su Garageband, se attaccato ad un iPhone o iPad, o via software proprietario. In questo modo si può cambiare il suono del flauto in quello di altri strumenti, per creare le proprie melodie. Re.corder integra una serie di sensori digitali sensibili al tocco che rilevano la posizione delle dita di chi suona mentre un sensore di pressione analizza la forza del soffio che genera il suono.

Decisamente poco economico è Claravox Centennial Theremin (1.599 euro), un’edizione speciale e limitata del theramin per celebrare l’anniversario dei cento anni di uno dei primissimi strumenti musicali elettronici della storia. Questo oggetto, ampiamente utilizzato nella musica d’avanguardia, si suona senza alcun contatto fisico, sfruttando il movimento dell’esecutore nel campo d’onda. Il risultato? Frequenze strane e particolari, quasi futuristiche. Il theremin fu inventato dal fisico sovietico Lev Sergeevič Termen, noto anche come Léon Theremin. Per suonarlo, bisogna muovere le mani in corrispondenza delle due antenne situate in alto e di lato. Una delle antenne controlla l’altezza del suono, mentre l’altra ne regola l’intensità. L’esemplare della Moog è realizzato in legno massello di noce e presenta antenne in ottone, una vera combinazione di tradizione e innovazione. Tra le sue caratteristiche, ha ingressi e uscite Midi e l’Usb per usare anche app di editing.

Populele 2 Pro Smart Ukulele (159 euro), prodotto da PopuMusic, suona sia come un ukulele classico che un modo per imparare i brani. Monta 56 luci led che si accendono là dove bisogna premere per riprodurre l’esatta nota di una canzone in riproduzione. È leggermente più grande di un ukulele tradizionale e presenta un amplificatore incorporato per creare suoni distorti. Esiste in nero, bianco, rosa e verde. Ha il Bluetooth per essere collegato ad uno smartphone ma funziona benissimo anche da solo, visto che ha già in libreria centinaia di opere da eseguire. E non manca un pizzico di IA: un algoritmo registra il suono e lo confronta con quello ideale. In questo modo, è possibile ricevere un feedback immediato e correggere eventuali errori.

Fonte: Il Sole 24 Ore