Covid, l’Università di Milano prima in Europa e quarta al mondo per ricerca

La Statale di Milano è quarta università al mondo e prima università in Europa per la ricerca sul virus, portando l’Italia a una posizione di vertice internazionale: lo ha certificato la rivista Science in un rticolo pubblicato nel numero del 14 gennaio, nella sezione dedicata agli aspetti politici, sociali ed economici della scienza e della ricerca a livello mondiale.

Considerando le istituzioni universitarie, l’Università Statale di Milano, con 287 articoli, è preceduta dalle due università di Wuhan e dalla Harvard Medical School. Allargando la classifica anche agli istituti di ricerca, la Statale scala di un solo posto, cedendolo a Inserm (Francia), l’Istituto Nazionale per la Salute e la ricerca biomedica.

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«Un riconoscimento eccezionale – commenta la prorettrice a Ricerca e Innovazione Maria Pia Abbracchio -. Considerando le sole istituzione accademiche e che l’Inserm è in realtà costituita da 34 distinte Unità di ricerca sparse sul territorio francese, la produzione scientifica della Statale di Milano la porta, con l’Italia, ai vertici»

Nell’articolo di Science, la produzione scientifica mondiale sulla pandemia viene ripercorsa sulla base temporale di come il virus si è propagato nel mondo, evidenziando come, al di là di teorie complottistiche e speculazioni politiche, gli scienziati cinesi abbiano cercato, fin dalla comparsa dell’infezione, di condividere le loro conoscenze sul nuovo virus con i ricercatori e i medici degli altri Paesi, con prime pubblicazioni nel gennaio 2020 che si sono poi diradate a partire da marzo, mentre la pandemia si acuiva in Europa.

«Al di là del numero delle pubblicazioni scientifiche, la rilevanza del contributo della Statale risiede nell’ampiezza e importanza delle tematiche studiate, che spaziano dalle origini e modalità di circolazione del virus, agli avanzamenti forniti alle procedure per la diagnosi, il tracciamento e la cura dell’infezione e delle sue conseguenze a lungo termine, fino alla recente retro-datazione dell’inizio della pandemia a settembre-novembre 2019, ben prima della comparsa ufficiale del virus» conclude la Prorettrice Abbracchio.

Fonte: Il Sole 24 Ore