Dal recupero delle vinacce ai cosmetici (con l’aiuto delle nanotecnologie)

Cosmetici, nutracetici nanoformulati dagli scarti della macerazione delle uve. Ossia la spinta all’economia circolare arriva anche dal recupero delle vinacce e unisce università e aziende locali situate nel bacino Euro mediterraneo. Si tratta del progetto guidato dall’Università di Cagliari denominato Bestmedgrape che coinvolge Italia, Francia, Tunisia, Libano e Giordania.

«L’idea nasce dall’intuizione di voler utilizzare tutto ciò che si ottiene dalla raccolta dell’uva, ricca di polifenoli capaci di proteggere l’organismo dallo stress ossidativo grazie alle loro proprietà antitumorali, antinfiammatorie, antinfettive e antimicrobiche – fanno sapere dalla Regione Sardegna che nel progetto è autorità di gestione –. Mediante l’utilizzo delle nanotecnologie è infatti possibile estrarre le componenti funzionali e trasformarle in bio-attivi per la realizzazione di integratori alimentari e prodotti cosmetici».

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Lo scorso autunno l’avvio dei primi laboratori del progetto nato nel 2019 e per cui è contemplato un investimento complessivo di 3,3 milioni di euro di cui 2,6 finanziati dall’Unione europea (il 20% a carico dei governi nazionali).
È prevista la creazione di star-up innovative che, collaborando con le aziende viti-vinicole (in Sardegna hanno aderito le Cantine Argiolas, la Icnoderm e l’Istituto tecnico Ottone Baccaredda), ne salvano gli scarti e ripuliscono i terreni da sostanze potenzialmente nocive per i nuovi raccolti.

Gli scarti o vinacce (gambi, bucce e semi d’uva) vengono selezionati e coltivati nella Banca del Germoplasma dell’Università degli Studi di Cagliari, dove parallelamente le piante vengono allevate per verificarne la vitalità e la resistenza agli stress ambientali.Il trasferimento delle competenze tecnologiche per l’estrazione dei fitocompressi dalle vinacce avviene attraverso i“living labs” organizzati dal Crea (il Centro Servizi di Ateneo per l’innovazione e l’imprenditorialità dell’Università di Cagliari) , e dal Cnr(Consiglio Nazionale delle Ricerche di Sassari).

«Il tutto a beneficio di un sistema di economia circolare per i territori che – chiariscono dalla Regione – favorisce nuove realtà occupazionali e l’acquisizione di nuove competenze per quelle esistenti, grazie anche allo scambio di informazione scientifica tra tutti i soggetti coinvolti nei cinque paesi del Mediterraneo che possono dialogare e scambiarsi informazioni e competenze tramite una piattaforma telematica istituita ad hoc».

Fonte: Il Sole 24 Ore