Disturbi alimentari già a 7 anni, l’onda lunga post Covid

I disturbi del comportamento alimentare (Dca), dall’anoressia alla bulimia, colpiscono sempre prima, tanto che nei centri si segnalano casi di esordio addirittura a 6-7 anni. Un disagio profondo e complesso quello che porta ai Dca, le cui cause sono sia sociali sia legate al vissuto personale. E se con la pandemia si è assistito ad una esplosione di queste patologie, il numero dei casi resta tuttora alto e si è ancora lontani dai livelli pre-Covid.

La richiesta di maggiore assistenza sul territorio

Un’«onda lunga» che gli esperti – a pochi giorni dalla Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla contro questo tipo di disturbi, che si celebra il 15 marzo – paragonano a quella del long-Covid, mentre forte è la richiesta di maggiore assistenza sul territorio. «Così come si sta avendo un fenomeno di long Covid – afferma Valeria Zanna, responsabile dell’Unità Operativa Anoressia e Disturbi Alimentari dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma – allo stesso modo possiamo dire che anche sul piano psico-patologico i ragazzi non siano tornati ad una normalità pre-Covid ed i casi di Dca segnano un trend che, sia pure in flessione rispetto agli anni della pandemia, è ancora lontano dai livelli del 2019 pre-pandemia».

Si abbassa l’età di esordio dei sintomi

Ad allarmare, rileva, «è anche l’abbassamento dell’età di esordio dei sintomi a 11-13 anni, con casi però che si registrano già a 6-7 anni e che sono in crescita». Tra le cause dei Dca tra bambini e ragazzi, spiega l’esperta, situazioni di ansia, stress, pressioni sociali e modelli sbagliati che arrivano dai social. Il Covid «è stato un acceleratore, ma più in generale emerge un malessere dovuto a vari fattori: le bambine ad esempio, arrivano al menarca sempre prima, anche per le mutate abitudini alimentari, e questo significa che si trovano rapidamente dentro dei corpi adulti sentendosi però ancora ’piccole’. Ciò, in soggetti predisposti e più fragili, può portare ad un profondo disagio che si manifesta con i disturbi dell’alimentazione».

L’influenza dei social

Altro elemento è la sempre maggiore influenza dei social, «con modelli ideali che spesso istigano all’anoressia. Alla base c’è una forte insicurezza e l’insoddisfazione rispetto al proprio corpo». Ed i dati parlano chiaro: «Nell’ultimo anno solo nel nostro Ospedale sono stati oltre 100 i ricoveri per Dca gravi, mentre in Day hospital – afferma Zanna – seguiamo oltre 250 ragazzi l’anno, ma la domanda è molto più alta». In questa situazione, avverte, «la priorità è garantire centri di cura diurni e i Day Hospital, perché la soluzione non possono essere le residenze dal momento che la cura è importante che si integri nella vita quotidiana e ’normale’ del ragazzo o della ragazza».

Centri specializzati insufficienti

Ma i centri specializzati sul territorio, sottolinea, «non sono ancora sufficienti, soprattutto al Sud», e l’attesa media per essere presi in carico dal Servizio sanitario nazionale è dai 3 ai 6 mesi. Attualmente, secondo dati Iss, sono 126 i centri dedicati ai Dca, di cui 112 pubblici e 14 di privati accreditati e la metà, ovvero 63, si trova al Nord.

Fonte: Il Sole 24 Ore