Giornata mondiale del caffè tra patrimonio Unesco, business e sostenibilità
Il primo di ottobre è la Giornata internazionale del caffè, bevanda identitaria per gli italiani (e non solo) che trovano nell’espresso in tazza piccola un motivo di orgoglio che annovera cultori in ogni parte del mondo. La filiera del caffè espresso vale almeno 5 miliardi di euro considerando che “solo” le aziende di torrefazione, gli importatori di caffè verde e gli operatori della logistica aderenti al Comitato italiano del Caffè di Unione Italiana Food generano un fatturato di 3,3 miliardi. Gli addetti al settore sono circa 10mila a e 800 le torrefazioni.
Il settore naturalmente non sfugge alla morsa della crisi energetica e dell’aumento dei costi della materia prima (i preziosi chicchi in questo caso), ma può contare su un consumo di 30 milioni di tazzine al giorno tra bar, ristoranti e locali pubblici.
La candidatura Unesco
Gli amanti del caffè potranno essere protagonisti della Giornata internazionale attraverso iniziative volte a sostenere la candidatura italiana a Patrimonio Unesco e promosse dalla Rete delle Comunità del Rito del Caffè a Torino, Milano, Venezia, Trieste, Bologna, Roma, Napoli, Lecce, Pescara, Palermo, Modica. Tra queste ad esempio a Venezia sono previste visite gratuite al caffè Florian; a Bologna percorsi conoscitivi, esperienziali e sensoriali del caffè con la partecipazione dell’attore Marco Magnani; a Palermo verrà illustrata la storia del caffè dalle origini ad oggi in un tour multisensoriale scoprendo le diverse sfumature di gusto presso la Fabbrica museale Morettino.
E ancora, tra gli indirizzi-cult il Gran Caffè Gambrinus di Napoli, con la partecipazione di Giuseppe Ambrosio, direttore generale del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali. Tra i partecipanti all’iniziativa a Roma non poteva mancare Giolitti. A Milano è in programma l’Espresso experience al Faema Flagship del Gruppo Cimbali: un laboratorio per imparare a degustare l’espresso attraverso l’assaggio, esaminando gli aspetti visivi, olfattivi, gustativi e tattili, insieme ai coffee specialist di Mumac Academy
«Il nostro Paese – sottolinea Alessandro Cavo, presidente dell’associazione Gli Storici di Fipe-Confcommercio – è nato, si è unito e consolidato anche all’interno dei caffè che da sempre popolano le nostre città e i nostri borghi. Nei bar più prestigiosi si è fatta la storia e spesso si è fatta sorseggiando un espresso, al banco o al tavolo. Una ritualità che intendiamo non solo preservare ma valorizzare sempre di più, perché rappresenta un tratto distintivo dell’italianità e del nostro modo di vivere».
Chi resta a casa, magari davanti alla propria moka, potrà invece sottoscrivere online, attraverso il sito www.ritodelcaffe.it, il sostegno della rinnovata candidatura che sarà formalizzata l’anno prossimo, così da rendere la ritualità del caffè espresso italiano, con il suo bagaglio di significati immateriali, e la Carta dei Valori.
Fonte: Il Sole 24 Ore