Imballaggi, settimana decisiva per il nuovo regolamento: ecco cosa può cambiare

Si aspetta la parola fine all’iter che porterà all’entrata in vigore del nuovo regolamento imballaggi (Ppwr: Packaging and Packaging Waste Regulation). Dopo che il 4 marzo è stato chiuso a Bruxelles l’accordo politico tra Parlamento e Consiglio Ue per un testo condiviso. Le riunioni per la finalizzazione del testo a livello tecnico si sono concluse il 7 marzo, l’8 la presidenza belga del Consiglio Ue ha presentato l’accordo ai Paesi membri nel Coreper (il Comitato dei rappresentanti permanenti) che lo voterà il 15 marzo. Successivamente, il voto in Parlamento, nella commissione Ambiente, è previsto per il 19 marzo mentre quello in plenaria è atteso per la settimana del 22 aprile (data ancora da confermare).

Il nodo delle aziende extra-Ue

In tanti aspettano il testo definitivo: la settimana scorsa il commissario per l’Ambiente Virginijus Sinkevičius era uscito abbattuto dalla sala dei negoziati per confermare ai giornalisti che l’esecutivo dell’Ue non era ancora in grado di dare la sua benedizione all’accordo a causa delle preoccupazioni all’interno del suo dipartimento del commercio su come le aziende extra-Ue dovrebbero raggiungere i target di riciclo.

Il compromesso raggiunto

Intanto l’accordo raggiunto il 4 marzo prevede che dal 1° gennaio 2030 saranno vietati imballaggi in plastica monouso per frutta e verdura fresca non trasformata e per alimenti e bevande riempiti e consumati in bar e ristoranti, stop a porzioni individuali (come condimenti, salse, panna, zucchero) e prodotti in miniatura per i prodotti da toilette negli alberghi, bandita infine la pellicola per le valigie negli aeroporti.

Salva plastica compostabile

Ci sono alcune deroghe: «Salvi i cartoni del latte, salvi gli imballaggi monouso in plastica compostabile. Salvi anche quelli in plastica per frutta e verdura sotto al chilo e mezzo, se necessari per evitare perdita di peso, acqua e turgore. Salve le bottiglie di vino e di altre bevande, deperibili e alcoliche», ha riassunto Patrizia Toia, eurodeputata Pd, relatrice del regolamento per la Commissione Itre, all’indomani dell’accordo. Il “salvataggio” della plastica compostabile è una vittoria per la nostra filiera, all’avanguardia proprio nelle bioplastiche e nella raccolta e nel compostaggio della frazione umida.

Obiettivi di riutilizzo

Un’altro dei punti indigesti per l’industria italiana è stato quello relativo all’introduzione degli obiettivi di riutilizzo e di strumenti di intercettazione come i depositi cauzionali (vuoto a rendere). Poiché da 35 anni l’Italia ha scelto con il decreto Ronchi di seguire il modello di responsabilità estesa del produttore, la filiera del riciclo degli imballaggi (sostenuta dai contributi pagati da produttori e utilizzatori degli stessi) ha raggiunto ottimi risultati. L’Italia ha già raggiunto gli obiettivi di riciclo degli imballaggi del 70% che l’Ue chiede al 2030: siamo al 71,5%.

Fonte: Il Sole 24 Ore