Immobiliare, Firenze è colpita ma tengono gli investitori esteri

I punti chiave

  • Un’attrattività basata sulle promesse
  • Gli investitori e i progetti

Aermont Capital, Blue Noble, Hines, Artea, Invesco, Ardian, Gb Invest, Colony Capital, Ldc, Leeu, Lowenstein: basta mettere in fila i nomi dei gruppi stranieri che stanno facendo investimenti immobiliari a Firenze per capire l’attrattività che la città toscana mantiene a livello internazionale, collegata alla sua bellezza, storia e cultura, alla vivibilità (grazie anche alle vicine colline) e al lifestyle fatto di cibo, vino e artigianato. Niente a che vedere con i grattacieli di Milano o con le nuove realizzazioni di Bologna.

Un’attrattività basata sulle promesse

Quella di Firenze è una forza attrattiva alimentata dalla presenza di tanti “contenitori” vuoti da recuperare e rigenerare, soprattutto nel centro storico, che si scontra però con le carenze infrastrutturali (dalla mobilità su ferro alla nuova pista dell’aeroporto fino alla banda larga), con le difficoltà autorizzative e con l’incertezza normativa, come dimostra il “balletto” sulla ristrutturazione edilizia nel centro storico tutelato dall’Unesco, da anni oggetto di battaglia giudiziaria tra Comune e ambientalisti.
«L’attrattività di Firenze è basata sulle promesse che la città fa, promesse che ora deve mantenere attraverso un lavoro di squadra che assicuri tempi certi», riassume Giovanni Belloni, patron di Progenia spa, da 25 anni advisor di investitori immobiliari istituzionali e privati. «Qui ci sono ancora grandi potenzialità – aggiunge – nel settore della formazione e delle residenze per i senior globali che hanno disponibilità di tempo e soldi ma chiedono servizi efficienti a partire dall’healthcare».
La pandemia ha dato un duro colpo all’economia della città, rallentando (anche) la domanda immobiliare in arrivo da famiglie internazionali, turisti e studenti, motore delle realizzazioni in corso: residenze di lusso, hotel d’alta gamma, alloggi studenteschi.

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Gli investitori e i progetti

Gli ultimi investitori sono francesi: il fondo Ardian con Dea Capital ha comprato Palazzo Sassetti, ex sede della Banca Steinhauslin in centro storico, 2.500 mq per i quali sta studiando la destinazione; il gruppo Artea ha ottenuto dalla Città metropolitana la concessione per 50 anni dell’ex convento di Sant’Orsola, nel quartiere di San Lorenzo a due passi dal Duomo, dove investirà una trentina di milioni per realizzare un centro di formazione professionale, ludoteca, museo, atelier, area eventi, foresteria e bar/ristorante.

Ma la regina del mix di funzioni resta la Manifattura Tabacchi, il progetto di recupero più importante in corso a Firenze, avviato due anni fa dalla società inglese di asset management Aermont Capital con Cdp Immobiliare (ha il 40%) impegnati a investire circa 200 milioni. Su un’area di sei ettari costruita tra il 1930 e il 1940, con 100mila mq di superfici coperte, sta nascendo un quartiere di respiro internazionale vicino al centro e al parco delle Cascine. In questi giorni partono i lavori della Factory, l’ex fabbrica di sigari e sigarette: «È un appalto da 25 milioni – spiega Michelangelo Giombini, responsabile Sviluppo di Manifattura Tabacchi – per recuperare cinque edifici tra cui quello iconico dell’area che avrà un bosco sul tetto, per un totale di 23mila mq occupati da atelier, negozi, uffici, formazione».

Alla Manifattura Tabacchi ci sarà anche il terzo Student Hotel (dopo quello aperto tre anni fa davanti alla Fortezza da Basso e quello in costruzione in viale Belfiore). Del resto l’ospitalità, soprattutto a cinque stelle, sta trainando gli investimenti immobiliari a Firenze: doveva aprire il 1 aprile – ma la data è slittata a tempo indeterminato a causa del covid – l’hotel “Il Tornabuoni”, nel palazzo 400esco Minerbetti vicino all’Arno proprietà del fondo Hines affittato alla romana Ag Hotels (70 camere); sono pronte le 25 nuove suite dello storico hotel Helvetia&Bristol (gruppo Starhotels) ricavate nell’ex sede del Banco di Roma a due passi da Palazzo Strozzi; si avvicina al completamento l’hotel 25Hours, 176 camere nell’ex Monte dei Pegni di via Palazzuolo, vicino a piazza Santa Maria Novella, acquisito da Invesco real estate; così come il resort nell’ex collegio La Querce, nel quartiere delle Cure con parco di 15mila mq, del gruppo indiano Leeu Collection; e come il palazzo 400esco Portinari-Salviati di via del Corso, residenza duecentesca della Beatrice musa di Dante, che il gruppo taiwanese Ldc sta trasformando (investimento di 70 milioni) in 25 appartamenti di lusso, negozi, ristorante, spa e residenza d’epoca con 13 suite. Sempre Ldc ha acquisito Palazzo Serristori, 5.500 mq con parco sull’Arno, dove realizzerà 12 appartamenti da 200-300 mq.

Fonte: Il Sole 24 Ore