La tecnologia digitale nei campi cresce ma non è ancora per tutti

Il cambiamento climatico e i danni legati agli eventi atmosferici si sono rivelati più forti dell’inflazione e nel corso del 2023 hanno stimolato gli investimenti in nuove tecnologie per l’agrifood. Le innovazioni di Agricoltura 4.0 infatti sono sempre più percepite come una strada per fronteggiare i danni da cambiamento climatico e nel 2023 hanno continuato la loro parabola di crescita nonostante stretta creditizia e difficoltà congiunturali.

Il contraltare però è che a proseguire negli investimenti sono state le aziende che già avevano scommesso sull’innovazione tecnologica: la platea degli investitori non si è allargata in proporzione agli investimenti. Infatti, se l’universo di Agricoltura 4.0 ha raggiunto un fatturato di 2,5 miliardi (+19% rispetto allo scorso anno) la superficie italiana coltivata con tecnologie digitali è passata dall’8% del totale del 2022 ad appena il 9% nel 2023. Mentre la tipologia degli investimenti si è spostata dalle macchine connesse e dai sistemi di monitoraggio dei mezzi alle soluzioni di software gestionali e ai sistemi di mappatura di coltivazioni e terreni.

È quanto emerge dall’edizione 2024 dell’indagine dell’Osservatorio Smart Agrifood della School of Management del Politecnico di Milano e del Laboratorio Rise (Research & Innovation for Smart Enterprises) dell’Università degli Studi di Brescia. L’indagine, che Il Sole 24 Ore è in grado di anticipare, sarà presentata il prossimo 15 marzo a Brescia nell’incontro “Smart Agrifood: il dato è tratto! Ora la sfida è la maturità digitale”.

«Macchinari connessi e sistemi di monitoraggio e controllo dei mezzi – spiegano all’Osservatorio Smart Agrifood – rappresentano ancora circa metà del mercato, ma diversi fattori (tra cui la progressiva riduzione degli incentivi statali) ha portato un calo di queste due voci (rispettivamente -7% e -10%) a favore di software che permettono di interconnettere la parte hardware e di analizzare i dati raccolti. L’11% della spesa è data da software gestionali e Fmis (Farm Management Information Systems), l’8% da piattaforme di integrazione dati, un altro 8% da sistemi di mappatura di coltivazioni e terreni, il 5% da Dss (Software di supporto alle decisioni)».

Altri dati rilevanti emersi dall’Osservatorio sono che il 72% delle aziende agricole italiane utilizza soluzioni di Agricoltura 4.0 (numero stabile rispetto al 2022), ma aumenta il numero di soluzioni medie per azienda (3,4, rispetto al 3,2 del 2022). A investire sono quindi soprattutto le imprese che hanno già intrapreso percorsi di digitalizzazione.

Fonte: Il Sole 24 Ore