Lotta alla violenza di genere, la mappa dei fondi per gli aiuti

Vale 135 milioni nei prossimi tre anni il pacchetto di misure per il contrasto alla violenza di genere inserito nella legge di Bilancio 2024 (legge 213/2023, articolo 1, commi 187-194). Nel dettaglio ci sono a disposizione 43,5 milioni nel 2024, 46 milioni nel 2025 e 45,8 milioni nel 2026.
A essere rifinanziato, per quasi tutti gli interventi – proposti sia dal Governo, sia delle opposizioni – è il Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità, istituito presso la presidenza del Consiglio dei ministri dal Dl 223/2006. La fetta più cospicua dei fondi, 75 milioni nel triennio, andrà alla realizzazione e all’acquisto di immobili da adibire a case rifugio per le donne vittime di violenza, e alla creazione di centri antiviolenza nel territorio.

Le case rifugio

Le case rifugio sono strutture a indirizzo segreto che forniscono un alloggio sicuro alle donne vittime di maltrattamenti e ai loro bambini, gratuitamente e indipendentemente dal luogo di residenza. La gestione delle case deve garantire alle donne e ai loro figli protezione e ospitalità per i tempi previsti dal percorso personalizzato di recupero, assicurando anche servizi educativi e sostegno scolastico ai minori. Le case lavorano in maniera integrata con la rete dei servizi sociosanitari e assistenziali del territorio.
È stato poi rifinanziato e reso strutturale il «reddito di libertà», ovvero l’assegno da 400 euro mensili istituito nel 2020, in piena pandemia di Covid-19, per le donne vittime di violenza, sole o con figli minorenni, seguite dai centri specializzati riconosciuti dalle Regioni e dai servizi sociali, con lo scopo di sostenerne l’autonomia. Per rafforzare questo contributo, che viene erogato alle beneficiarie per 12 mesi, la legge di Bilancio prevede uno stanziamento di 10 milioni all’anno fino al 2026, e di 6 milioni annui, a regime, dal 2027 in poi.

L’aiuto all’Inps

Le donne che hanno richiesto all’Inps questo aiuto, dalla data della sua istituzione, sono 5.970.
Nell’ottica di favorire l’autonomia economica delle donne vittime di violenza, la legge di Bilancio ha previsto anche un incentivo ad hoc per i datori di lavoro del settore privato che offriranno loro un impiego nel triennio 2024-2026. Si tratta di uno sgravio totale dai contributi previdenziali (esclusi i premi Inail), fino a 8mila euro all’anno, per assumere donne disoccupate, vittime di violenza e beneficiarie del «reddito di libertà», o che ne abbiano usufruito nel 2023.
L’incentivo dura un anno dall’assunzione se il contratto è a termine – anche in somministrazione -, 18 mesi se il contratto è trasformato a tempo indeterminato e 24 mesi se l’assunzione è a tempo indeterminato. A questa misura sono destinati 9,3 milioni fino al 2026 e 3,2 milioni nel 2027 e 2028. A utilizzare l’incentivo – fanno sapere dall’Inps – potrebbero essere non solo le aziende ma anche le associazioni e gli enti del privato sociale che assistono le donne nel loro percorso, e che potrebbero offrire loro un’opportunità lavorativa. Rifinanziati anche i percorsi di formazione per gli operatori che entrano in contatto con le donne vittime di maltrattamenti e l’implementazione dei centri di recupero per gli uomini autori di violenze. «Oltre ai fondi stanziati con la legge di Bilancio – fa sapere lo staff della ministra Eugenia Roccella – per quest’anno ci sono a disposizione anche 9 milioni stanziati dal dipartimento delle Pari opportunità per l’empowerment delle donne vittime di violenza».

I FONDI STANZIATI CON LA MANOVRA 2024

Fonte: Il Sole 24 Ore