Microsoft annuncia Windows 11: ecco perché è una (mezza) rivoluzione

“What’s Next for Windows”: il titolo scelto da Microsoft per l’evento di lancio del suo nuovo sistema operativo è un’ottima sintesi del pensiero strategico alla base di questo attesissimo aggiornamento. Definire Windows 11 una rivoluzione del software “made in Redmond” è forse eccessivo, nonostante la grande enfasi profusa da tutto il top management di Microsoft, dal Ceo Satya Nadella (che ha usato l’espressione “major milestone”) al Chief Product Officer della compagnia nordamericana, quel Panos Panay cui è toccato l’onore di aprire i lavori (virtuali) della conferenza di presentazione e l’onere di raccontare in un lungo blog post tutti i pregi della nuova versione. È però indubbio che gli ingegneri di Microsoft hanno lavorato a tutto tondo sulle caratteristiche estetiche e funzionali del sistema, imboccando in modo deciso la strada della versatilità dell’esperienza da offrire agli utenti e cavalcando di conseguenza la logica del multi-screen, del computer che si duplica su diversi schermi e in diversi ambienti e che deve rispondere a tutte le esigenze di collaborazione, creatività, comunicazione, produttività ed entertainment di chi lo sta utilizzando.

Più veloce negli aggiornamenti e più “bello” da usare

Dopo settimane di indiscrezioni e il “giallo” del leak di una versione beta rimossa dalla Rete a pochi giorni dal lancio, Windows 11 ha quindi avuto il suo battesimo ufficiale in attesa della disponibilità vera e propria, prevista entro la fine di quest’anno (si parla di fine novembre) con un aggiornamento gratuito (e facoltativo) per i pc Windows 10 idonei. Nel frattempo, è lecito aspettarsi una cospicua serie di versioni beta che saranno rilasciate a partire dalla prossima settimana per gli iscritti al programma Insider. Al di là degli scontati passi in avanti a livello di pure prestazioni (gli aggiornamenti di Windows Update saranno fino al 40% più leggeri e verranno eseguiti in background, mentre anche l’avvio del sistema e la navigazione fra le varie applicazioni promettono un incremento di velocità importante) e di sicurezza, ciò che è balzato immediatamente all’occhio – rispettando le anticipazioni della vigilia – è il cambio di look.

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Si riparte da una base installata di 1,3 miliardi di utenti

Windows 11 si presenta con un aspetto nuovo e più fresco perché l’intenzione di Microsoft, come ha spiegato nel suo intervento Nadella, è sostanzialmente quella di rendere il proprio software una piattaforma con tutti gli strumenti che servono per facilitare il compito (e la vita) dell’utente. Consumer o business che sia. La sfida che ha portato in dote la pandemia è enorme: il mercato dei computer è tornato a marciare spedito e per il gigante del software è un’occasione unica per distillare universalmente le capacità di un sistema che nelle intenzioni dovrebbe segnare tutta questa decade. Partendo, ed è il caso di ricordarlo, da una base installata di circa 1,3 miliardi di utenti.

Le principali novità in pillole

Un’interfaccia completamente ridisegnata che permette di trovare più velocemente i documenti e le applicazioni di cui si ha bisogno, gli Snap Layouts per riposizionare e organizzare rapidamente le finestre e facilitare il multitasking, l’integrazione di Teams, un nuovo Microsoft Store e la possibilità di far girare le app di Android in modo nativo. Sono tante, e anche sostanziali, le novità di Windows 11 e partendo dall’ultima citata non può passare inosservato il fatto che le app solitamente usate sugli smartphone basati sul software mobile di Google si potranno aprire al fianco degli altri programmi e funzionare senza particolari limitazioni. Il tutto grazie a una partnership con Amazon, che metterà a disposizione il proprio store per il download delle app, e nel solco della visione di una Microsoft “aperta” e interoperabile con altre piattaforme che rappresenta (con il cloud) il credo operativo di Nadella.Microsoft ha modernizzato il design e l’esperienza utente, come si legge nella nota stampa diffusa dalla società, partendo dal nuovo pulsante Start, giustamente definito un caposaldo di Windows da almeno 25 anni a questa parte e come previsto posizionato centralmente sulla taskbar. Spariscono invece le cosiddette “Tile” introdotte anni addietro con Windows 8, lasciando spazio a un menu che mette in primo piano le applicazioni, i documenti e i file utilizzati di recente. Anche dei Widgets si era parlato molto nei giorni scorsi e Windows 11 puntualmente ne fa sfoggio: si tratta di un nuovo feed personalizzato, abilitato e aggiornato dall’intelligenza artificiale, che consente di visualizzare i task e i contenuti più utili per l’utente (dal calendario alle news) direttamente sul proprio desktop. Per finire, le “feature” destinate agli appassionati di videogiochi, fra cui l’Auto Hdr e l’app Xbox per accedere ai titoli presenti su Xbox Game Pass.

Esce di scena Skype, spazio a Teams

L’integrazione di Teams direttamente nella barra delle applicazioni, che permette di connettersi istantaneamente con chiunque su Windows, Android e iOS, è sicuramente figlia del Coronavirus e del boom delle attività svolte online soprattutto in campo professionale. Per contro, fa specie rilevare come Skype (che Microsoft comprò giusto dieci anni fa pagandola 8,5 miliardi di dollari) uscirà dall’elenco delle applicazioni preinstallate sui dispositivi prodotti dall’azienda. Il software per videochiamate un tempo più famoso al mondo (al momento dell’acquisizione contava 663 milioni di utenti registrati a livello mondiale) potrà ancora essere scaricato dallo Store ma esce di fatto di scena (sorte che toccherà definitivamente a Internet Explorer nel giugno del 2022) a favore della nuova piattaforma di messagging e videochat. Next generation Windows, per l’appunto.

Fonte: Il Sole 24 Ore