Nel terzo trimestre 2021 i gestori hanno incassato 18,5 miliardi

I gestori hanno archiviato il terzo trimestre del 2021 con un saldo complessivo per 18,5 milioni portando il dato da inizio anno a sfiorare i 70 miliardi. Il principale contributo negli ultimi tre mesi è arrivato dal comparto delle gestioni collettive che hanno rastrellato 18,3 miliardi (56,6 da gennaio). Soltanto di 198 milioni sono arrivati, invece, dalle gestioni di portafoglio (13,3 miliardi da inizio anno) che hanno nettamente perso terreno rispetto ai 3,2 miliardi raccolti nel secondo trimestre.

Il patrimonio complessivo dell’industria del risparmio gestito alla fine di settembre ha raggiunto i 2.544 miliardi dei quali il 51,1% in capo alle gestioni collettive (il dato è in miglioramento) e il restante 48,5 a quelle di portafoglio.

I fondi comuni

Sono questi i prodotti che hanno raccolto di più in assoluto: 16,9 miliardi nel trimestre e 52,8 miliardi nel 2021. Dall’analisi delle varie categorie, i bilanciati hanno registrato io risultato migliore ( 6,4 nei tre mesi e 18,5 da gennaio), mentre gli azionari, che viaggiano con i flussi più importanti da inizio anno (25,4 miliardi), da giugno a settembre hanno tirato il freno attestandosi a 4 miliardi rispetto agli 8,4 del secondo trimestre. Progressi per gli obbligazionari (3,4 miliardi e 9,2 nel 2021), ma soprattutto per i flessibili che sono tornati in territorio positivo (816 milioni). Questa cifra non è stata tuttavia sufficiente a risollevare le sorti da inizio anno (-2,9 miliardi)

Le sottotipologie

Tra gli azionari, gli internazionali sono la sottotipologia che ha corso di più con un saldo positivo per 2,8 miliardi. Anche se con molto distacco, in attivo anche i conti dei fondi che investono in Europa (533 milioni) e in America (590 milioni), mentre c’è il segno meno di fianco alla raccolta dei prodotti specializzati sui mercati emergenti ( -452 milioni). Tra le fila degli obbligazionari, da segnalare l’andamento dei governativi euro a breve termine, nelle cui casse sono entrati 1,6 miliardi, seguiti da quelli a medio/lungo termine (.843 milioni) e dagli altre specializzazioni (704 milioni). pollice verso, invece, per gli obbligazionari flessibili (-404 milioni), Paesi emergenti (-383 milioni) e misti (-269 milioni).

I Pir

Trimestre positivo anche per i piani individuali di risparmio che, incassando 155 milioni, hanno migliorato le posizioni rispetto al secondo trimestre con flussi in entrata per 105 milioni. Il patrimonio di questi prodotti alla fine di settembre è arrivato a quota 20,3 miliardi, con una rivalutazione superiore al 20% rispetto al terzo trimestre 2020, periodo in cui la raccolta viaggiava con il saldo in passivo per 177 milioni. Secondo i dati Assogestioni i Pir da inizio anno a fine settembre sono negativi per 56 miliardi, ma secondo le stime dell’Osservatorio mensile di Plus24, a ottobre questi strumenti hanno incassato 97 milioni.Sommando i due dati, quindi, il saldo provvisorio si porta in attivo per circa 41 milioni.

Fonte: Il Sole 24 Ore