Non solo Castellabate, così in tutto il Cilento si è benvenuti al Sud

Anche Joe Biden, l’attuale presidente degli Stati Uniti d’America, quando era il vice di Barack Obama è venuto in visita, scegliendo Palazzo Belmonte e il mare di Santa Maria di Castellabate per immergersi nelle bellezze del Parco Nazionale del Cilento, Valle di Diano e Alburni. Del resto, questo palazzo, spagnoleggiante come i casini di caccia realizzati al tempo dei Borbone, è l’icona della costa salernitana nella parte meridionale della Campania, al di là del fiume Alento. Chissà se Biden conosceva la leggenda secondo la quale fu proprio di fronte a Punta Licosa, l’isoletta dove adesso c’è solo un piccolo faro bianco, che Ulisse si fece legare all’albero della sua nave per evitare di cedere alle lusinghe canore delle sirene: Leucosia, una di esse, sarebbe stata trasformata in scoglio dopo essersi gettata in acqua per la delusione di un amore non corrisposto.

Guardando Capri e la Costiera amalfitana

Forse il Principe Granito Pignatelli di Belmonte l’avrà narrata all’uomo più importante del mondo, e gli avrà mostrato la Bacheca delle Pergamene, la collezione di archibugi e spade di samurai, oltre alla Biblioteca coi suoi diecimila volumi e antichi globi terrestri. Soggiornare qui, adesso che è aperto ai turisti (palazzobelmonte.com), rappresenta un’esperienza davvero emozionante: si passeggia sino a Punta Tresino, ci si fa portare in Vespa da uno dei bagnini o dei ragazzi del posto al borgo di Castellabate che sta lassù e anche nella nostra memoria cinematografica perché in fondo tutti ci siamo divertiti guardando il film “Benvenuti al Sud” che vi è stato quasi interamente girato. Di fronte, si staglia il profilo della Costiera amalfitana e più a largo la sagoma inconfondibile di Capri. Gli amanti di vedute, su questa costa, saranno sempre appagati, così come chi ama il mare e le sue leggende: a Palinuro, dove il nocchiere di Enea si addormentò fatalmente, ci si tuffa nel blu e poi in barca si raggiunge la Grotta Azzurra che i raggi solari rischiarano al punto da rendere l’acqua luminescente al culmine del sifone di roccia. A Marina di Camerota sembra proprio di stare dentro una cartolina di quelle da Grand Tour spedite dagli inglesi in vacanza qui nel secolo scorso, dentro una spiaggia delimitata dalla falesia e dal masso che affiora dal Tirreno.

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Fari di un viaggio in Cilento sono i suoi templi

Quello di Elea-Velia, polis della Magna Grecia ora nel territorio di Ascea può rappresentare una sorpresa lieta: ai focei in fuga da Smirne prima e ai Romani poi, si deve la creazione dell’area portuale, della Porta Marina e Porta Rosa, delle terme ellenistiche e romane, che ancora oggi sopravvivono in parte, così come resti dell’agorà e dell’acropoli. A Paestum, anche se si sa tutto o quasi, fa sempre piacere tornare per godere la bellezza imperitura dei suoi templi, ammirare il fregio scolpito del primo tempio di Hera sul fiume Sele, la Tomba del Tuffatore, i vasi bronzei dell’Heroon, magari arrivando prima del tramonto per poi andare ad assaporare la mozzarella alla Tenuta Annullo dove le bufale vivono comode, adagiate sui materassini (vannulo.it). Piaceva, questo alimento, anche a Wolfgang Goethe che nel viaggio in Italia scrisse: «La mattina dopo, per tempissimo, trattammo per vie impraticabili e qua e là paludose fino ai piedi di due belle montagne, attraversando canali e ruscelli e incontrando bufali dall’aspetto di ippopotami e dagli occhi selvaggi e iniettati di sangue». Probabilmente l’autore del “Viaggio in Italia” ebbe modo di inoltrarsi appunto anche nell’entroterra del Cilento e scoprire i suoi borghi, da Roscigno Vecchia, il paese ora un po’ fantasma che si dice cammini per via dei continui smottamenti del terreno carsico tra i monti Alburni, e soprattutto Morigerati, che sorge tra colline di castagneti proprio sopra il Golfo di Policastro. Qui il Bussento ha formato grotte ricche di spettacolari risorgive, che si insinuano tra le rocce, e nel borgo medioevale attorno al Castello del Florenzano i cittadini hanno recuperato i ruderi dell’abitato creando un albergo diffuso (morigeratipaeseambiente.it). Forse Joe Biden potrebbe venire proprio qui la prossima volta che sarà nel Cilento, Patrimonio dell’Umanità Unesco, anche perché da queste parti è stata inventata la dieta mediterranea, scrigno di quella scienza e conoscenza del mangiar bene che, insieme alla bellezza è garanzia di lunga e felice vita.

La vita di San Lorenzo alla Certosa di Padula

Come gran finale del viaggio va visitata anche la Certosa di Padula, col suo splendido chiostro colonnato. Fu Tommaso II Sanseverino a volere fortemente la creazione di questo complesso ecclesiastico in stile barocco che si estende su oltre 50mila metri quadri. Dall’esterno sembra una fortezza anche un po’ austera con tanto di portone di accesso, ma all’interno si è circondati dall’abbraccio della perfezione architettonica dei suoi tre chiostri: ci si corica sul prato verde per cogliere da ogni prospettiva la loro infilata di colonne e poi si passeggia estasiati nel suo giardino. Sanseverino era un feudatario illuminato e generoso, mise a disposizione i terreni di sua proprietà per questo luogo di culto che, caduta in disgrazia la sua casata con la congiura dei baroni, sarebbe passato in mano agli stessi monaci.

Nella chiesa sono notevoli i bassorilievi lignei sul tema dell’Annunciazione e della Vita di San Lorenzo al quale la certosa è intitolata. Calpestare il suo acciottolato quasi millenario, alzare lo sguardo allo scalone ellittico a doppia rampa del chiostro grande riconnette ancora oggi col passato del più grande complesso monastico dell’Italia Meridionale: è l’ultima cartolina di un Cilento che rappresenta davvero la meta ideale di viaggio intenso e razionale in questa estate nella quale si vuole stare bene in ogni senso.

Fonte: Il Sole 24 Ore