Packaging, Lumson si affida a piattaforme tecnologiche per servire i clienti in maniera unificata

Il repentino cambio delle abitudini di acquisto dovuto all’emergenza sanitaria ha generato una serie di nuovi comportamenti e opzioni di consumo che non si esauriranno con la fine della pandemia. Ne è convinto Matteo Moretti, ceo di Lumson, azienda di Capergnanica (Cremona) che opera nel settore del packaging primario per la cosmetica. «Abbiamo assistito alla dilatazione della beauty routine, a una maggiore attenzione ai concetti di cosmetici green e sostenibili, a una nuova sensibilità verso l’igiene e la sicurezza (safe beauty) – spiega il ceo -. Molti dei nuovi comportamenti e dei nuovi bisogni emersi in questi mesi, pensiamo all’attenzione all’igiene, alla sicurezza, alla prevenzione, continueranno a far parte del nostro quotidiano anche in futuro. In questo filone si inserisce anche l’accresciuta popolarità dei packaging che mantengono il prodotto sterile, come gli applicatori a pompa, gli airless, gli spray che sono anti-batterici e a volte anche self-cleaning, così come dei prodotti sostenibili».

Sostenibilità intesa sempre di più nella sua interezza: «Non si parla più solo di prodotto “green”, ma l’enfasi è posta sulla sostenibilità dei processi produttivi, sulle caratteristiche dell’imballaggio, sulla gestione sostenibile della filiera, sulle politiche corporate e sui risvolti positivi in ambito sociale, ambientale, economico – continua Moretti -. Dal nostro punto di vista, abbiamo riscontrato una maggiore richiesta di prodotti ready-to- go e un ritorno all’essenzialità. Anche il concetto di novità è cambiato: i consumatori, e quindi anche i nostri clienti, non cercano più – o quantomeno, lo fanno ancora ma in misura minore rispetto a prima – la novità fine a se stessa: il nuovo prodotto deve portare dei benefici, un valore aggiunto, rispetto a quanto già presente sul mercato».

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Non solo. Anche in altri settori, come la moda, abbiamo osservato consumatori più consapevoli della necessità di acquistare prodotti da aziende attente all’etica e alla sostenibilità. «E l’innovazione – continua il ceo – in questo gioca un ruolo chiave: è la risorsa che, insieme a creatività e know-how, ci permette di essere al passo con le esigenze del mercato e saper rispondere alle mutate esigenze di consumo».

Con il primo lockdown l’azienda si è immediatamente attrezzata per adottare le misure per contrastare la diffusione del virus, dai Dpi alle colonnine per la sanificazione delle mani, sanificazione degli ambienti, controllo della temperatura fino al ricorso allo smart working; ha anche fornito a collaboratori e dipendenti un decalogo sui comportamenti da adottare per limitare il contagio, sulla base di quanto indicato dal Ministero della Salute. Misure che, come assicura Moretti, «ad eccezione del controllo della temperatura, rimarranno anche una volta superata la pandemia. Per quanto riguarda il distanziamento nei reparti produttivi, la sede è molto recente e costruita secondo le più avanzate tecnologie e norme di sicurezza e ciò ci permette di mantenere “naturalmente” il distanziamento necessario a prevenire il contagio».

Sul fronte dei rapporti con i clienti, visto che i lanci prima erano legati alle fiere, l’azienda ha dovuto studiare nuove modalità di comunicazione e interazione. «Le piattaforme digitali ci hanno permesso di rimanere in contatto con i clienti, organizzare meeting e presentazioni – racconta il ceo -. Chiaramente tutto questo non può e non sostituirà il contatto vis à vis o le fiere in presenza, perché la relazione umana è indispensabile nel nostro lavoro e il cosmetico per quanto si dica è un prodotto ancora fortemente legato all’esperienza “fisica”: è un prodotto che dev’essere toccato, provato, visto. In questi mesi la nostra infrastruttura IT è stata potenziata e ci siamo affidati a piattaforme tecnologiche che ci consentono di servire il cliente in maniera unificata. Non solo. Per capire in quale direzione sta andando la comunicazione e quali sono le strategie per soddisfare le nuove esigenze di consumo ci siamo messi in ascolto della rete e attraverso i social abbiamo esplorato nuovi approcci al marketing e alla comunicazione».

Fonte: Il Sole 24 Ore