Prestito di soccorso, ecco come funziona il Fondo Antiusura e chi garantisce i finanziamenti

Quando la centrale rischi di turno ti segnala come “cattivo pagatore” tutto diventa più difficile nel rapporto con le banche. A quel punto si rischia di entrare in un tunnel che può portare, causa disperazione, a chiedere soldi a un usuraio. Secondo l’ultimo rapporto nazionale sul sovraindebitamento, stilato nel 2022 dall’Ufficio studi dell’associazione “Liberi dal debito”, sono 7 milioni gli italiani che non riescono a pagare i debiti. Più in generale (fonte Istat), sempre nel 2022 erano in condizione di povertà assoluta poco più di 2,18 milioni di famiglie, 8,3% del totale rispetto al 7,7% nel 2021.

Il prestito di soccorso

Numeri da brivido. Anche perché a volte basta una malattia improvvisa o un lutto a creare situazioni limite, aprendo la strada agli strozzini. Ecco perché occorre prevenire. Stavolta il legislatore italiano è stato illuminato. A spezzare infatti la spirale dei debiti spesso è il “prestito di soccorso” erogato da alcune banche grazie alle garanzie fornite dal Fondo di prevenzione dal fenomeno usura, istituito presso il ministero dell’Economia (Mef) dalla legge 108 del 1996. Grazie a tale strumento finanziario, vengono messe a disposizioni importanti cifre per famiglie e imprese.

Dal suo primo anno di attività, il Fondo ha erogato circa 678 milioni di euro, che hanno consentito di garantire più di 85 mila prestiti per un importo complessivo di oltre 2 miliardi.

Confidi e Fondazioni antiusura

Le piccole e medie imprese a elevato rischio finanziario possono rivolgersi ai Confidi (consorzi di imprese) mentre le famiglie in difficoltà possono contattare associazioni e Fondazioni antiusura. Sono Confidi e Fondazioni a dare le garanzie alle banche e a valutare i singoli casi per stabilire se ci sono le condizioni. Sul sito Mef (www.mef.gov.it) c’è l’elenco dei 181 enti garanti.

Famiglie e funzionamento

Qui ci occupiamo delle famiglie. Il finanziamento funziona così. Le persone indebitate si rivolgono alle Fondazioni antiusura e quelle cattoliche sono riunite nella Consulta nazionale antiusura “Giovanni Paolo II”, che a loro volta si appoggiano sui centri d’ascolto Caritas dove tanti volontari ex bancari valutano le domande delle famiglie. Se la richiesta è approvata, va in onda il “saldo e stralcio”: la Fondazione fa una proposta transattiva ai creditori della famiglia indebitata.

Fonte: Il Sole 24 Ore