Recensioni social, connessioni umane, touch point digitali: ecco cosa cercano i viaggiatori

Anche il turismo ha la sua giornata mondiale: è il 27 settembre di ogni anno che quest’anno per il suo 42esimo anniversario, voluto dalla World Tourism Organization, si celebra a Bali, in Indonesia. Il tema conduttore saranno le diverse opportunità di ripensare al modo in cui si viaggia in una chiave più sostenibile e inclusiva. Lo studio “Changing Traveller Report” di SiteMinder, condotto in 10 Paesi su 8mila viaggiatori di cinque generazioni diverse rivela invece le macro tendenze più sentite a livello globale e italiano

Revenge travelling

Secondo i dati dell’ultimo Barometro dell’Unwto, nei primi cinque mesi del 2022 sono stati 250 milioni gli arrivi turistici registrati su scala internazionale, contro i 77 milioni dello stesso periodo del 2021. Su scala globale, l’indicazione che emerge dall’indagine è chiara: la voglia di viaggiare è più forte dell’incertezza economica e dell’aumento dell’inflazione ed è il sentimento in assoluto più sentito. Il 53% degli intervistati, in particolare, considera viaggiare un toccasana per la propria salute mentale e sono le donne Millennial (di età compresa tra i 26 e i 41 anni) che hanno dichiarato l’intenzione di fare una vacanza all’estero la categoria che più di altre ha evidenziato i benefici del “revenge travelling”. Spendere di più per gli extra, inoltre, non sembra essere un problema per l’85% dei viaggiatori, a cominciare dai servizi di early o late check-out, dai trattamenti benessere e dalla camera con vista.

Influenza social e digitale

Il 43% dei viaggiatori si lascia influenzare dai commenti postati su Facebook, Instagram e via dicendo per la scelta dell’alloggio della propria vacanza: una percentuale, secondo gli esperti, che dimostra come il rapporto online sia sempre più stretto e interdipendente tra chi gestisce le strutture ricettive e ospiti sempre più alla ricerca di esperienze. E in questo scenario in cui le informazioni sui motori di ricerca contano più dei consigli degli amici, il 78% dei travellers è inoltre aperto a ricevere annunci pubblicitari con offerte su misura, percentuale che sale all’86% nel caso dei Millennials. Il 53% ritiene di dover dedicare più tempo a cercare i prezzi migliori per il proprio soggiorno rispetto a due anni fa.

Il fattore “bleisure”

Il 36% dei viaggiatori di tutto il mondo prevede di lavorare durante il prossimo soggiorno di vacanza e per questo cerca alloggi che siano in grado di fornire un senso di familiarità e il comfort di casa. Il viaggiatore “bleisure”, definizione che unisce le parole inglesi business e leisure, è dunque un cluster sempre più numeroso e composto in particolare dagli esponenti della Gen Z (per il 49%) e dai Millennial (per il 46%). Entro il 2035, si prevede che un miliardo di nomadi digitali farà parte della forza lavoro mondiale e le strutture ricettive non potranno non considerare le loro esigenze.

La fiducia passa attraverso le tecnologie

Il 64% dei viaggiatori chiede alle strutture un corretto utilizzo della tecnologia per garantire sui loro siti Web prenotazioni sicure e contenuti e recensioni affidabili: in caso contrario è “probabile” o “molto probabile” che cambi idea verso la struttura stessa. I consumatori tenderanno inoltre a “sperimentare” il più possibile la struttura prima di impegnarsi nell’acquisto della vacanza e il 70% dei viaggiatori la visiterebbe virtualmente nel metaverso prima di effettuare il check-in. Il pagamento online è infine una preferenza indicata dal 49% dei viaggiatori a livello globale.

Fonte: Il Sole 24 Ore