Lagarde (Bce): il 2023 sarà sicuramente un anno difficile, nuovi aumenti dei tassi

Il 2023 «sarà sicuramente un anno difficile, molto probabilmente con il primo trimestre a crescita negativa dato che riteniamo che anche il quarto trimestre del 2022 sarà negativo». Lo ha detto la presidente della Bce Christine Lagarde nell’audizione del 26 settembre presso la commissione affari economici all’Europarlamento, aggiungendo che «le proiezioni di crescita ipotizzano ancora che il 2023 sarà positivo dello 0,9%, ma nello scenario al ribasso si prevede una recessione dello 0,9%». Lagarde ha poi detto che il livello di incertezza è molto elevato, riguarda anche la risposta di bilancio degli Stati, per questo «è difficile prevedere quale sarà il vero risultato nel 2023».

«La guerra ingiustificata di aggressione sull’Ucraina continua a gettare un’ombra sull’Europa. Le conseguenze economiche hanno continuato a dispiegarsi. Le prospettive si stanno facendo più fosche. L’inflazione rimane troppo alta ed è probabile resterà sopra i nostro target per un periodo esteso di tempo», ha detto la presidente.

Alla Bce «non ci siamo svegliati in luglio. La normalizzazione» della politica monetaria «è iniziata in dicembre, fermando il Pepp. Il frontloading degli aumenti dei tassi di interesse è arrivato in luglio. Siamo in ritardo? Il viaggio è iniziato in dicembre, abbiamo detto chiaramente che ci saranno altri rialzi, finché non arriveremo al tasso neutrale». A quel punto «decideremo se dovremo andare oltre per raggiungere l’obiettivo dell’inflazione al 2%. Per me il percorso è molto chiaro».

Rallentamento dell’attività economica

«Ci aspettiamo che l’attività economica rallenti sostanzialmente nei prossimi trimestri», ha spiegato Lagarde, indicando quattro motivazioni. La prima è l’elevata inflazione che sta frenando la spesa e la produzione in tutta l’economia, un «vento contrario» rafforzato dalle interruzioni dell’approvvigionamento di gas. In secondo luogo, la forte domanda di servizi che sta perdendo vigore. In terzo luogo, l’indebolimento della domanda mondiale, «anche nel contesto dell’inasprimento della politica monetaria in molte delle principali economie, e il peggioramento delle ragioni di scambio: ciò comporterà un minore sostegno all’economia dell’area dell’euro». In quarto luogo, l’incertezza elevata, come dimostra il calo della fiducia delle famiglie e delle imprese.

Prospettive di inflazione

«I rischi per le prospettive dell’inflazione sono in via prioritaria al rialzo, principalmente riflettendo la possibilità di ulteriori importanti rotture nelle forniture di energia», ha indicato la presidente Bce, aggiungendo che «mentre tali fattori di rischio sono gli stessi per la crescita, i loro effetti andrebbero nella direzione opposta: aumenterebbero l’inflazione, ma ridurrebbero la crescita».

Fonte: Il Sole 24 Ore