Round da 120mila sterline per Seedata.io, la startup (al 50% italiana) della cybersecurity dei dati civetta

È nata a Londra pochi mesi fa e uno dei due founder, Enrico Faccioli (30enne), che ricopre la carica di Ceo, è italianissimo, come lui stesso tiene a precisare. Seedata.io è una startup che opera nel variegato e complesso mondo della cybersecurity ed è nata quasi per caso, in seguito all’incidente informatico che interessò l’anno passato una grande compagnia aerea. Di quell’episodio di violazione di dati rimase vittima lo stesso Faccioli e da lì il passo per dare vita alla società al fianco di Matt Holland, 50enne veterano del settore della sicurezza informatica, è stato breve.
La startup ha ufficializzato a metà febbraio la chiusura di un round di finanziamento pre-seed da 120mila sterline con il fondo di venture capital Antler (che dallo scorso ottobre aveva accolto la startup nel proprio programma di accelerazione), ha in programma di chiuderne un secondo di importo notevolmente maggiore entro fine estate ed è pronta a sfruttare questa doppia iniezione di capitali per sviluppare ulteriormente la propria piattaforma in cloud e portarla sul mercato internazionale.

Con l’AI per rintracciare nel dark Web le informazioni rubate

La peculiarità di Seedata.io non è però quella di essere una società composta da due anime e da due nazionalità diverse. Il suo tratto distintivo è infatti un software erogato in modalità “as a service” che permette di identificare gli incidenti dovuti a violazione di dati precedentemente non rilevati e di ridurre significativamente il protrarsi e gli impatti finanziari degli incidenti stessi (che pesano per milioni di dollari sui bilanci). Come? Inserendo record di informazioni tracciabili nel database e nelle piattaforme di Crm dei clienti (e-mail, numeri di telefono, dati identificativi del personale, dati biometrici e altro ancora) monitorando successivamente eventuali prove del furto di tutti i dati ritenuti sensibili e precedentemente codificati. Il sistema, come confermano i diretti interessati, funziona in modo simile al concetto di localizzatore Gps per auto: essendo dati “civetta” esistenti solo all’interno dei database dei clienti, questi dati non devono ricevere traffico alcuno né essere trovati altrove in Internet. Se questo succede significa che sono stati oggetto di violazione e a scandagliare il dark e il deep Web, così come ambienti social e di messaggistica come Reddit o Telegram, ci pensa l’intelligenza artificiale, che va ad analizzare tutti i segnali in ingresso dalle varie piattaforme deputate a monitorare il rilevamento dei dati civetta esternamente al perimetro aziendale.I vantaggi per i team di sicurezza che adottano la soluzione sono facilmente intuibili e spaziano dalla visibilità su perdite di dati mai viste prima alla notifica di avvisi che contengono dettagli riconducibili sulla fonte e le tempistiche della violazione fino alla possibilità di verificare che i programmi di protezione già in essere funzionino in modo efficace. In Italia test in corso con Leroy Merlin. Sono già una decina, come conferma Faccioli al Sole24ore.com, i “proof of concept” già avviati con aziende multinazionali tra Stati Uniti, Regno Unito e Italia. “Il mercato italiano della cybersecurity vale circa 1,5 miliardi di euro ed è sicuramente un nostro obiettivo. Al momento stiamo collaborando con due importanti realtà del mondo retail e della consulenza, una di queste è Leroy Merlin Italia, e stiamo negoziando potenziali accordi di rivendita con vari reseller specializzati”. L’obiettivo, almeno sulla carta, è chiaro: diventare la piattaforma di cybersecurity di riferimento per l’inserimento di dati civetta.

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Fonte: Il Sole 24 Ore