Royal Enfield Super Meteor 650 in prova: come va la cruiser indiana

C’è stato un tempo, negli anni Novanta, in cui le moto custom andavano alla grande. Non solo Harley-Davidson, ma anche i marchi giapponesi ed europei avevano a listino cruiser basse e con la forcella allungata: basti citare la Honda Shadow per rievocare dolci ricordi a chi ha superato gli “anta”. Il Duemila ha decretato la fine di questa moda (H-D a parte, ovviamente), ma ora sembra che qualcuno torni ad apprezzare quel tipo di moto. Dopo il successo ottenuto dalla Meteor 350, Royal Enfield ha pensato di dare un po’ di grinta al modello, ed ecco la nascita della… Super Meteor (da 7.200 euro); al posto del tranquillo monocilindrico, qui c’è il bicilindrico di 648 cc, già visto su Continental Gt e Interceptor: non un mostro di potenza (47 i cavalli in gioco) e senza mappature ma più che sufficiente per viaggiare in due senza affanno, grazie ai 52,3 Nm di coppia. Al motore è abbinato il cambio a sei rapporti con frizione in bagno d’olio.

Linea classica

Il fascino della Super Meteor 650 è proprio nel suo stile custom, dato dalla somma di linea allungata, cromature, serbatoio a goccia, scarichi bassi, doppi ammortizzatori regolabili nel precarico, ruota anteriore da 19 pollici e posteriore da 16. Ma la moto è moderna: ed ecco allora le luci full led, la forcella Showa a steli rovesciati da 43 mm e il piccolo strumento circolare Tripper che funge da navigatore. L’insieme è ben realizzato e assemblato, senza sbavature o cavi che si fanno notare dove non dovrebbero. Ad abbracciare il motore è un robusto telaio tubolare in acciaio.

Come va

In sella alla Super Meteor si sta comodi, su una sella discretamente imbottita e a 740 mm da terra. Ovviamente (è una cruiser) le pedane sono spostate in avanti ma comodamente raggiungibili un po’ dai piloti di tutte le taglie; le leve al manubrio regolabili vanno inoltre incontro a chi ha mani piccole. Le manopole sono esattamente sopra il manubrio, a chiudere un triangolo, insieme con la sella, naturale e comodo che ha decretato il successo delle cruiser. Si sta comodi ma la schiena è perfettamente verticale e, con i piedi in avanti, non si riesce a scaricare il peso: ogni scossone provocato dalle buche arriva perciò alle terga del pilota, mitigato in parte dalle sospensioni posteriori, piuttosto rigide; sulla versione Tourer la situazione migliora in parte grazie alla sella confort (e c’è anche il parabrezza per ripararsi dall’aria). La Super Meteor pesa 241 kg in ordine di marcia, ma il baricentro posto in basso aiuta a gestirli senza fatica, anche da chi è alle prime armi o ritorna alle moto dopo anni di quattro ruote. Lo stesso dicasi per la frizione, dalla leva decisamente morbida, e per il cambio, ben spaziato e con indicatore di marcia nella strumentazione che aiuta a non fare confusione. Il motore, poi, dà il suo meglio ai regimi medio-bassi: preferisce sempre la marcia più alta, anche se non scalcia quando si scende un po’ di giri. Quando, invece, si sale con i giri oltre il punto di coppia massima, arriva però qualche vibrazione in più, soprattutto su sella e pedane. E quando cominciano le curve, la Super Meteor sfodera una capacità di piegare insospettabile, dote per nulla scontata in una cruiser: è molto difficile arrivare a sfregare i piolini delle pedane sull’asfalto. Questa Royal Enfield mantiene poi molto bene la traiettoria in curva ed esce rapida, sfruttando la spinta del bicilindrico. Migliorabile, invece, l’impianto frenante: davanti, il singolo disco da 320 mm è modulabile ma non particolarmente potente (bisogna strizzare parecchio la leva per avere decelerazioni consistenti), mentre il posteriore da 300 mm è potente, ma attacca subito in modo aggressivo ed è più difficile modularne l’azione.

Fonte: Il Sole 24 Ore