Sequestrati quasi 65 milioni a GS (Gruppo Carrefour)

Un “potenziale danno erariale” per quasi 110 milioni che ha portato al sequestro preventivo d’urgenza di 64,7 milioni per GS, società di supermercati controllata al 99,8% da Carrefour Italia. Questa la misura disposta dal pm Paolo Storari della Procura di Milano, titolare di numerosi fascicoli di questo genere, che ha disposto il sequestro eseguito dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf. Un altro caso di «serbatoi di manodopera», usati da importanti aziende della logistica e della grande distribuzione, con personale assunto formalmente, con il cosiddetto “schermo” di società “filtro”, da consorzi e cooperative. Uno “schema” realizzato con false fatture ed evasione dell’Iva. In base alla ricostruzione grandi aziende si garantiscono «tariffe altamente competitive appaltando manodopera» in modo irregolare per i loro servizi: i lavoratori gli vengono forniti, infatti, da una rete di cooperative e altre società, che nascono e muoiono in breve tempo. Tra il 2018 e il 2022, in particolare, GS ha «fatto largo ricorso all’esternalizzazione dei servizi di logistica, movimentazione merci, facchinaggio e trasporto» con la «stipula di fittizi contratti di appalto per la somministrazione di manodopera» e con un meccanismo di presunte false fatture per «362 milioni». Il decreto del pm evidenzia «non solo il sistematico sfruttamento dei lavoratori ma anche ingentissimi danni all’erario». Uno “sfruttamento lavorativo” che, tra l’altro, come il presunto sistema “fraudolento”, è “tutt’ora in atto” e va a “tutto vantaggio” della società della grande distribuzione alimentare. Spa a cui, tra l’altro, nel 2022 erano già stati sequestrati oltre 33 milioni in un’altra indagine su una presunte frode fiscale. Carrefour è indagata in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti. Nel decreto si legge che le indagini stanno proseguendo per individuare “ulteriori serbatoi di personale”, rispetto a quelli già messi nero su bianco negli atti. Carrefour Italia, fa sapere l’azienda in una nota «conferma di essersi prontamente attivata per offrire il massimo supporto e collaborazione alle autorità competenti. La questione oggetto dell’indagine riguarda le attività di logistica dell’impresa. L’azienda rimarrà a disposizione degli inquirenti per agevolare il corretto svolgimento di tutte le attività previste dalla legge».

Il meccanismo

L’indagine evidenzia come la condotta di Gs sia «di carattere fraudolento, dura da numerosi anni» e ha comportato «il sistematico sfruttamento dei lavoratori» e «ingentissimi danni all’erario». Un meccanismo che, per i pm, «è tuttora in atto ”con “rilevantissime” perdite ai danni dello Stato e situazioni di sfruttamento lavorativo che perdurano a tutto vantaggio di Gs». Nello schema che sarebbe stato messo in piedi per mettere a segno la frode, risultano esservi «società serbatoio di manodopera» in sostanza fornitrice di servizi, che «erodono la base imponibile contributiva» attraverso la «manipolazione delle buste paga» e che emettono fattura nei confronti di “società filtro” (l’appaltatore). Queste ultime, “rifatturano” a committenti finali «all’unico scopo di allungare la catena commerciale» e “ostacolare” i controlli. Il meccanismo messo in atto comprende anche una “società committente” (il beneficiario) che “simula” la stipula di contratti di appalto a basso costo, «dando una parvenza di regolarità». I rapporti tra i soggetti risultano «formalizzati da contratti di appalto e subappalto», ma questi ultimi risultato «simulati, schermando una mesa somministrazione di manodopera». Tra i fornitori principali di manodopera della catena di supermercati, come si legge nel decreto, figura Cedica srl, poi “incorporata” in Samag Holding spa. Nelle carte dell’inchiesta anche il fenomeno, già evidenziato in altri casi simili, della cosiddetta “transumanza di manodopera”, che si verifica quando le “società serbatoio”, spesso costituite come cooperative, hanno “vita aziendale breve”, si alternano “nel corso del tempo”, vengono dismesse dopo aver accumulato “ingenti debiti tributari”. E i lavoratori vengono trasferiti così da una società chiusa ad un’altra appena aperta. Le ipotesi investigative si concentrano su una complessa frode fiscale derivante dall’utilizzo, da parte della beneficiaria finale, del meccanismo illecito di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti a fronte della stipula di fittizi contratti di appalto per la somministrazione di manodopera, in violazione della normativa di settore, che ha portato all’emissione e al conseguente utilizzo dei falsi documenti per un ammontare complessivo superiore a 362 milioni di euro. Negli ultimi anni ci sono state diverse inchieste simili con al centro pure il facchinaggio e la vigilanza privata, che avevano riguardato diversi colossi del settore, tra cui Dhl, Uber, Lidl, Brt, Geodis, Esselunga, Ups e Securitalia, solo per citarne alcuni.

Fonte: Il Sole 24 Ore