Tra Stati Uniti e Venezuela inizia l’ora del disgelo: dialogo e sanzioni meno dure

Recessione economica, iperinflazione e tensioni politiche, interne e internazionali. Sono stati anni duri quelli che ha vissuto il Venezuela, dal 2015 in poi. “Notte a Caracas”, non è solo un bel romanzo di Karina Sainz Borgo, è il ritratto di un Paese sprofondato in una grave crisi economica, politica e sociale che ha sfiorato la guerra civile. Un Paese spaccato in due, tra supporter e avversari del governo di Nicolás Maduro. L’embargo che gli Stati Uniti hanno applicato a Caracas ha aggravato la recessione e inasprito la conflittualità. Ora qualcosa si sta sbloccando: gli Stati Uniti annunciano l’intenzione di allentare le sanzioni economiche che colpiscono il Venezuela.

La guerra russo-ucraina genera delle esternalità anche fuori dall’Europa e il petrolio venezuelano è la commodity che potrebbe guidare il disgelo tra Stati Uniti e Venezuela. L’amministrazione Biden ha fatto sapere che allenterà alcune sanzioni economiche contro il regime venezuelano di Maduro per favorire i negoziati tra il governo e l’opposizione. Ha specificato che procederà in questo senso su “richiesta” di Juan Guaidó, il capo dell’opposizione, autoproclamato presidente del Venezuela.

Embargo meno stringente

In cosa consiste l’avvicinamento delle posizioni? Embargo meno duro, in primis, e poi il superamento del divieto delle compagnie petrolifere americano di lavorare a Caracas. Chevron, per esempio, potrà negoziare le sue licenze con Pdvsa, la società energetica nazionale. Ciò assume un doppio significato, politico ed economico. L’incomunicabilità tra Biden e Maduro parrebbe superata e il recupero della produzione di greggio ne è la conseguenza più diretta. Sì perché la produzione di greggio è crollata dai 3 milioni di barili al giorno, nei suoi anni migliori, a meno di 600mila al giorno del 2020. La mancata manutenzione degli impianti e soprattutto l’assenza di operatori internazionali ha costretto Caracas a un livello di estrazioni molto basso.

L’ok del governo di Maduro

Da Palacio Miraflores la dichiarazione è stata questa: «Il governo del Venezuela – ha detto la vicepresidente esecutiva Delcy Rodríguez – ha verificato e confermato notizie secondo cui gli Stati Uniti hanno autorizzato le compagnie petrolifere nazionali e quelle europee a trattare con Caracas e a riavviare le operazioni in Venezuela». E poi ancora: «Il Venezuela – ha proseguito – aspira a che queste decisioni degli Stati Uniti aprano la strada alla revoca totale delle sanzioni illegali che colpiscono tutto il nostro popolo». Rodríguez ha infine detto che «il nostro governo, in base ai suoi profondi valori democratici, continuerà instancabilmente a promuovere, con l’opposizione interna, un dialogo fruttuoso in un contesto nazionale e internazionale».

Una distensione, quindi. Stati Uniti e Venezuela potrebbero aprire una stagione di maggiore apertura, con mutue concessioni. Da Washington si legittima, de facto, il governo del presidente Maduro; e da Caracas si accoglie il principio di collaborazione tecnica e tecnologica, senza la quale l’estrazione di greggio è destinata a rimanere su livelli troppo bassi per far ripartire l’economia del Paese, petrolio-dipendente.

Fonte: Il Sole 24 Ore