Viaggiare tra tamponi e vaccini: Emirates ed Etihad sperimentano il passaporto digitale

La campagna vaccinale è partita, ma è arrivato il tempo di pianificare i primi viaggi? Secondo il parere degli esperti è ancora prematuro. Ma allora quando succederà? Non in tempi brevissimi, anche se i primi segnali appaiono all’orizzonte. Seychelles, ad esempio, a partire da metà marzo in poi,cioè quando sarà stata vaccinata la grande maggioranza della sua popolazione adulta, aprirà l’accesso a tutti i visitatori, vaccinati o meno con il solo obbligo di un tampone molecolare negativo ottenuto meno di 72 ore prima del viaggio.

Secondo l’ultimo Dcpm del 14 gennaio e in vigore fino al 5 marzo gli spostamenti da/per i Paesi in elenco B (Europa senza Uk) per i cittadini italiani sono possibili senza obbligo di motivazione anche se la Farnesina raccomanda ancora di evitare i viaggi all’estero se non per ragioni strettamente necessarie . La situazione richiede dunque ancora cautela ed è in continua evoluzione. Per questo è stato pubblicato sul sito Viaggiaresicuri un questionario che aiuta a fare chiarezza. Anche sul complesso tema del rientro in patria, che in linea di principio prevede un tampone da farsi prima di rientrare, oppure isolamento fiduciario per 14 giorni e segnalazione alla ATS. Ma ci sono eccezioni per chi resta poco in Italia, (meno di 120 ore) e conviene sempre controllare sul sito.

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Il vaccino però non sarà un lasciapassare da subito: l’efficacia è alta ma non al 100% e si ottiene per alcune tipologie dopo due dosi somministrate in tempi diversi. Il cammino per l’immunità di gregge è solo all’inizio e si raggiungerà non prima di parecchi mesi. Tra i sei e gli otto secondo la stima per l’Italia del direttore della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza e nella migliore ipotesi dopo l’estate negli Stati Uniti per il dottor Scott Weisenberg, esperto in malattie infettive e professore all’Università di New York, intervistato dall’agenzia Bloomberg: “Ammesso che tutti quelli che ne hanno diritto si facciano vaccinare”.

New York o safari in Kenya?

In un futuro prossimo decideremo di andare in vacanza seguendo più le statistiche della pandemia (bollettino della diffusione e vaccinazione) piuttosto che i nostri desideri, il meteo o le tariffe low cost. «Prendiamo il caso di New York dove si stima che il 25% della popolazione abbia già contratto il coronavirus. Per raggiungere l’immunità di gregge qui serviranno minori dosi di vaccini e quindi si potrà visitare con relativamente meno rischi prima di altre città americane, considerando anche che nelle zone urbanizzate vengono effettuate più vaccinazioni rispetto a quelle rurali». Diverso, aggiunge il medico americano, la situazione in Kenya, dove il perfetto isolamento garantito da un safari deve però fare i conti con la situazione di Nairobi. Nella capitale che conta 4,5 milioni di abitanti si fanno pochi test diagnostici e non si può calcolare il verso rischio di infezione. Le nuove varianti, quella inglese, sudafricana e brasiliana, complicano il quadro. Una buona idea prima della partenza, oltre a un’assicurazione che copra i rischi di infezione da Covid19, è verificare il grado di occupazione dei posti di terapia intensiva nel paese di destinazione. Se è critico meglio rinunciare. E anche dopo la vaccinazione, aggiunge Weisenberg, meglio mantenere le precauzioni classiche (mascherina, distanziamento, gel).

Passaporti digitali: il test di Emirates ed Etihad

Il grado di accuratezza dei test rapidi potrebbe aumentare la mobilità tra i Paesi insieme alle vaccinazioni soprattutto se veicolato con un protocollo unico smart condivisibile da tutti (dalla polizia di frontiera al servizio sanitario pubblico o privato fino alle compagnie aeree). E’ questo lo scopo del Travel Pass, messo a punto dalla Iata (International Air Transport Association). Tra le prime compagnie a sperimentare il passaporto digitale, ci sono British Airways, Singapore Airlines a cui si sono aggiunte Emirates (che ha già avviato la campagna di vaccinazione tra i suoi addetti) ed Etihad. Si tratta di un’app che consentirà sia la verifica prima del viaggio dei test e delle vaccinazioni effettuate, sia la congruità dei requisiti richiesti dai paesi di destinazione. Sarà inoltre possibile condividere documenti di viaggio e certificati con le autorità e con le altre compagnie aeree. Prima del lancio definitivo, Emirates implementerà a Dubai la fase 1 consistente nella verifica e convalida dei tamponi da effettuare prima della partenza. In questo modo, a partire da aprile, i clienti Emirates potranno condividere con la compagnia aerea, attraverso l’app, il risultato del proprio test molecolare ancor prima di raggiungere l’aeroporto e a loro volta, tramite la piattaforma, i laboratori e i centri di analisi convenzionati potranno inviare direttamente agli utenti i risultati o i certificati di vaccinazione. In questo modo la compagnia provvederà automaticamente a completare la documentazione per il check-in.

Fonte: Il Sole 24 Ore