Più turisti, più responsabilità: l’importanza di chiamarsi «Patrimonio Unesco»

Effetto turismo

In generale, secondo Banca d’Italia, i turisti dei comuni compresi nel circuito dei patrimoni dell’Unesco sono per un 50% stranieri: di questi, il 75% è in Italia per una vacanza di tipo culturale. Per i turisti, rimane più frequente la scelta di alloggiare in comuni a elevata urbanizzazione, ma le presenze nei comuni minori in cui è ubicato un sito culturale Unesco mostrano una tendenza crescente.

Il Veneto diventa la regione italiana con il maggior numero di siti Unesco – ben nove – Padova è una delle poche città al mondo a custodirne due: dal 1997 è patrimonio mondiale l’Orto Botanico dell’Università. Padova accoglie una tipologia di turista- educato, è un turismo mirato a Basilica del Santo, Palazzo della Ragione, Cappella degli Scrovegni e musei civici. Pertanto la proclamazione a “Padova Urbs picta” grazie agli affreschi realizzati tra il 1305 e il 1397 da Giotto fino a Jacopo da Verona, passando per Guariento, Giusto de Menabuoi, Altichieri da Zevio e Jacopo Avanz non agirà come moltiplicatore turistico, essendo già i siti overbooked per la maggior parte dell’anno. L’impatto potrebbe vedersi semmai nei mesi invernali. Diverso è il discorso di Bologna che dovrà inventarsi una programmazione annuale per rendere attrattivo e vivo qualcosa che ad oggi non era visitabile en tant que telle.

C’è chi acquisisce lo status e chi lo perde

Per Santagata (2016), «il brand Unesco ha dimostrato, pur con qualche incertezza ed esiti negativi, di possedere una capacità di incidenza soprattutto in riferimento a due fenomeni: il turismo culturale (con funzione di marchio attrattore e garante della qualità dei siti) e in riferimento ai siti sottoposti a fenomeni di pressione, ad esempio attraverso le procedure inerenti la World Heritage List in Danger, e il Reactive monitoring (come catalizzatore di attenzione).

Liverpool ha appena perso lo status di patrimonio mondiale dell’Unesco. Il lungomare della città del Regno Unito ha ricevuto il titolo nel 2004, ma, dopo una serie di sviluppi nell’area, il Comitato del Patrimonio Mondiale ha deciso di togliere l’onore alla città natale dei Beatles. Al centro delle preoccupazioni dell’Unesco c’è un progetto di riqualificazione del lungomare da 5 miliardi di sterline (6,8 miliardi di dollari) noto come “Liverpool Waters”.

Il progetto, pilotato dal Peel Group prometteva di trasformare il lungomare in una versione britannica di Pudong di Shanghai, dove nuovi luccicanti grattacieli si affacciano su un nucleo storico. Il Comitato del Patrimonio Mondiale sostiene che il progetto Liverpool Waters, insieme ai piani per il nuovo stadio dell’Everton Football Club, “deteriorerà” l’eccezionale valore universale dell’area «attraverso un processo che sembra essere irreversibile».

Fonte: Il Sole 24 Ore