Biden grazia 2 narcotrafficanti vicini a Maduro un cambio di 7 americani

Con una mossa controversa e politicamente rischiosa, Joe Biden non esita a graziare e scarcerare due nipoti di Nicolás Maduro, noti anche come ’Narco nephews” per la loro implicazione nel traffico di droga, in cambio del rilascio di sette americani detenuti «ingiustamente» per anni in Venezuela. Una “decisione difficile e dolorosa”, ha assicurato un alto dirigente americano, mentre la Casa Bianca continua a tessere la sua “diplomazia degli ostaggi”, come dimostrano anche la liberazione di altri due americani in Iran e le incessanti trattative per rimpatriare la star del basket femminile Brittney Griner e l’ex marine Paul Whelan detenuti a Mosca.

I prigionieri scambiati

L’ultimo scambio di prigionieri è avvenuto in un Paese terzo. Si tratta di Jorge Toledo, Tomeu Vadell, Alirio Zambrano, Jose Luis Zambrano, Jose Pereira, Matthew Heath e Osman Khan. I primi cinque sono alti dirigenti della Citgo, una sussidiaria americana della società petrolifera statale venezuelana Petroleos, arrestati oltre 4 anni fa insieme al loro collega Gustavo Cárdenas, già liberato a marzo. Heath, in manette dal settembre 2020, è veterano dei Marine, mentre Khan era in cella dallo scorso gennaio. Una fonte della Casa Bianca ha spiegato che «nelle negoziazioni era diventato chiaro che per il rilascio dei sette americani era essenziale quello di due venezuelani, Efraín Antonio Campo Flores e Francisco Flores de Freitas, talvolta definiti ’Narco nephews per le loro relazioni con la moglie di Maduro».

Si tratta infatti di due nipoti di Cilia Flores, la first lady venezuelana: erano stati arrestati ad Haiti nel 2015 durante una operazione della Dea e condannati nel 2017 a 18 anni di galera con l’accusa di aver cospirato il traffico di 800 kg di cocaina negli Usa.

Dure reazioni anche tra i repubblicani

La mossa di Biden ha suscitato dure reazioni tra i repubblicani. Per il senatore Marco Rubio, che strizza l’occhio agli esuli venezuelani nello swing state della Florida, lo scambio ora «espone al pericolo gli americani in tutto il mondo, mettendo su di loro un’etichetta col prezzo. È“una vittoria per Maduro», avvisa.
Lo scambio comunque arriva sullo sfondo di un tentativo di disgelo dell’amministrazione Biden con Caracas, anche con l’obiettivo di poter usare in futuro gas e petrolio venezuelano al posto di quelli russi, finiti nel mirino delle sanzioni occidentali per la guerra in Ucraina.

Fonte: Il Sole 24 Ore