Bolidi da competizione in prima fila nelle aste di auto classiche

Alla ripresa post-covid delle manifestazioni per le auto da competizione del passato, il 13 e 14 maggio a Montecarlo si sono tenute due aste rivali di auto d’epoca ed automobilia promosse rispettivamente da Bonhams e RM Sotheby’s. Complessivamente sono state offerte 100 auto per un ricavo di circa 40 milioni di euro (i dati variano a seconda che si includano o meno i lotti inizialmente battuti ed invenduti, ma aggiudicati privatamente nel corso o appena dopo l’asta, secondo una pratica distorsiva ma tipica del settore).

In entrambe le aste, i lotti di maggior successo sono rappresentati da auto da corsa, mentre il marchio Ferrari risulta allo stesso tempo fra i principali realizzi milionari per le auto stradali degli anni ’60 e fra gli invenduti di prestigio in particolare con esemplari degli anni ’50. Forte anche la presenza di Porsche, con esemplari ‘speciali’ della 911 fra i primi dieci realizzi in entrambi gli incanti, ma si registrano anche diversi invenduti per le auto tedesche.

Bugatti e Porsche milionarie da Bonhams

Ad inaugurare il weekend motoristico è stata la casa d’aste inglese il 13 maggio con un catalogo piuttosto snello di 36 automobili di cui un terzo invendute (nonostante ben 14 fossero presentate senza riserva), per un ricavo di 13,2 milioni di euro che comprende anche i 2 milioni per il lotto più caro dell’asta, una Bugatti T35B del 1927 con palmares sportivo e dal classico colore azzurro, che per la verità non è stata aggiudicata in asta, dove si è fermata a 1,8 milioni di € da una stima di 2-3 milioni di euro, ma in trattativa privata nel corso dell’asta stessa, secondo una pratica che purtroppo non è inusuale nell’ambito degli incanti automobilistici. Una seconda Bugatti, una più piccola Type 37 del 1929 dal colore blu scuro, anch’essa nella stessa proprietà per diversi decenni, si è fermata invece attorno alla stima bassa di 800mila-1,1 milioni di €, a 862mila € con le commissioni. Due auto da competizione inglesi completano il quadro, con due monoposto da Formula 1 di ere diverse: una Brabham Climax BT3 del 1962 sotto la stima a 385mila € e una Williams-Supertech RenaultFW21 del 1999 già guidata da Zanadri per 14 Gran Premi, contesa fino a raddoppiare la stima a 362mila €, nonostante l’assenza di vittorie a suo favore. Fra le auto stradali spiccano invece due Porsche, una recente 911 GT2 del 1997 contesa fino a superare il milione di euro da una stima di 850mila-1,1 milioni di €, ed una rara e ricercata 959 Komfort del 1988 di colore rosso, che ha raggiunto la stima bassa di 1,4 milioni di euro. Solo una Ferrari fra i primi dieci realizzi, una splendida 275 GTS convertibile del 1965 dal color blu intenso che ha sfiorato 1,5 milioni, da una stima di 1,2-1,6 milioni di €, mentre la 212 Inter Cabriolet rossa del 1951, rara ed elegante auto del cavallino carrozzata da Vignale, non ha trovato compratori in asta da una stima di 1,9-2,3 milioni, ma secondo la casa d’aste è andata venduta privatamente il giorno successivo: strano destino per un’auto rara e da concorso, forse penalizzata da una linea un poco retrò ma sempre di grande prestigio. Le condizioni forse eccessivamente restaurate potrebbero aver, invece, penalizzato una classica Mercedes 300 SL del 1959 di color blu chiaro, rimasta al palo da una stima milionaria.

La collezione Mansell guida l’asta RMSotheby’s

La casa d’aste d’origine canadese controllata da Sotheby’s ha visto notevoli cambiamenti di personale negli ultimi mesi, incluso il banditore per la verità piuttosto debole e lento, tanto da richiedere oltre tre ore e mezza per 64 lotti, e non sempre a causa di protratte contese a colpi di rilancio. Il ricavo complessivo del catalogo d’auto presentato il 14 maggio è di 26 milioni di euro (escluse le auto in post-vendita) e deve molto a due esemplari di F1 provenienti dalla collezione del Campione del Mondo Nigel Mansell, presente in sala e ‘presentatore’ delle due monoposto: una Ferrari 640 del 1989 con cui ha debuttato e vinto con la Scuderia Ferrari, e una Williams FW14 del 1991 con cui ha vinto diverse corse nelle gare di quell’anno. La stima premiava l’auto del cavallino con una forchetta di 2,5-5 milioni di €, ma i rilanci si sono fermati a 3,6 milioni con le commissioni, mentre la Williams ha ‘sorpassato’ le aspettative di 1,5-3 milioni di euro per fermarsi a 4 milioni, nuovo record per la marca. Il maggior successo della F1 inglese potrebbe essere dovuto ad un episodio documentato da una foto che campeggiava nel catalogo di presentazione: con quest’auto Mansell ‘diede un passaggio’ a Senna a fine gara, e l’immagine del brasiliano (che sarebbe scomparso tre anni dopo proprio alla guida di una Williams) a cavallo dell’auto del rivale è rimasta nella storia della F1.

Fra le auto da competizione spicca anche il risultato per una Alfa Romeo 33/3 Sports Racer del 1969, aggiudicata attorno alla stima bassa di 1,7 milioni di €, mentre diversi esemplari non hanno trovato compratori, ad iniziare dalla star di copertina del catalogo e lotto dalla stima più elevata, una Ferrari 340MM Spider del 1953, che non ha suscitato interesse da una stima di 6-8 milioni di euro, tutto sommato giustificata data la qualità e rarità del modello (una di dieci 340MM, di cui solo quattro con carrozzeria Vignale). Una più recente Jaguar XJR-9 del 1988 per competizioni come Le Mans non ha trovato offerte in asta a 1,9-2,4 milioni di €, così come una Scarab F1 del 1960 (stima 800mila – 1 milione) e una Audi Sport Quattro da rally in versione stradale del 1984 rossa e nera, sovrastimata a 750mila – 1 milione di €.

Fonte: Il Sole 24 Ore