Case green, direttiva al voto finale. Cosa cambia per caldaie, ristrutturazioni e solare

La direttiva europea Case green chiude il suo percorso. Nella Plenaria di Strasburgo di martedì 12 marzo è in programma il voto che lancerà il discusso provvedimento verso l’entrata in vigore. Dopo due anni di trattative e a un anno esatto dal primo via libera del Parlamento europeo, la Energy performance of buildings directive (Epbd) dovrà fare solo un ultimo passaggio, superato lo scoglio di questo voto: manca, a questo punto, soltanto l’adozione formale da parte del Consiglio, che rappresenta i paesi membri. Vediamo, allora, quali sono i principali contenuti della direttiva, nella sua versione finale (salvo clamorose sorprese).

Ristrutturazioni

Cambia completamente la rotta del passaggio più rilevante della direttiva, l’articolo 9. Se fino a qualche settimana fa l’ipotesi era stata di indicare dei requisiti stringenti per i singoli edifici, non lasciando spazio ai paesi membri, questo passaggio è stato rivisto, anche grazie al lavoro del relatore del provvedimento, l’irlandese Ciaran Cuffe (Verdi), in nome di una maggiore flessibilità.

I paesi membri dovranno definire dei piani per la riduzione dei consumi del loro patrimonio edilizio residenziale. Il 2020 è considerato l’anno zero e il 2050 l’anno nel quale, a completamento del percorso, bisognerà avere un patrimonio edilizio a zero emissioni. In mezzo, gli Stati dovranno assicurare un miglioramento progressivo della situazione, ragionando però sulle medie di consumo e non più sulla classe di efficienza dei singoli edifici.

I target di riduzione

Gli obiettivi intermedi di riduzione dei consumi per il parco edilizio degli Stati Membri saranno del 16% al 2030 e del 20-22% al 2035. Saranno i paesi membri a fissare, con i loro piani, le modalità per raggiungere questi obiettivi. La direttiva pone, soprattutto, un vincolo: la maggior parte delle ristrutturazioni dovranno riguardare il 43% meno performante del patrimonio edilizio. In questo modo, gli obiettivi non potranno essere raggiunti solo grazie agli immobili nuovi.

Stop ai combustibili fossili dal 2040

L’altro grande tema riguarda l’abbandono dei combustibili fossili, a partire dalle caldaie a gas metano, nelle abitazioni. La data entro la quale arrivare al bando completo è stata spostata in avanti, al 2040; il termine precedente era il 2035. Non solo. Se gli incentivi fiscali per questi apparecchi saranno cancellati a partire dal 2025, è stato esplicitamente stabilito che sarà possibile dare incentivi ai sistemi di riscaldamento ibridi, come quelli che combinano caldaie e pompe di calore.

Fonte: Il Sole 24 Ore