Come avere una buona cantina casalinga senza spendere una fortuna

Bollicine e bianchi dal Trentino alla Sicilia

Partiamo con le bollicine che vanno bene come aperitivo, ma anche a tutto pasto nel caso di ottimi millesimati con buona struttura. I miei preferiti in genere sono gli spumanti Extra Brut o Pas Dosè (quelli veramente secchi): se ne trovano di interessanti anche a prezzi umani in Franciacorta, Trento Doc o Alta Langa.

Casomai fate due bottiglie per tipo (tenete i conti con me, mi raccomando, perché stiamo cercando di mettere su una piccola cantina per uso domestico, non la wine list di un ristorante stellato).

Passiamo ai vini bianchi. Qui la scorta va incrementata in previsione di un consumo più frequente anche durante il pasto. Da nord a sud proporrei Gewürztraminer e Riesling altoatesini (per chi apprezza gli aromatici), Pinot Grigio e Chardonnay del Collio (amo i bianchi friulani), Soave Classico, Verdicchio dei Castelli di Jesi, Trebbiano d’Abruzzo, Vermentino della costa Toscana o di Sardegna, Fiano di Avellino, Greco di Tufo e, senza dubbio, un po’ di vini bianchi dell’Etna.
Diciamo quattro per categoria e siamo a cinquanta bottiglie, quasi a metà cantina, direi.

Tra i grandi rossi dominano Piemonte e Toscana

Proseguiamo con i vini rossi che di solito sono i preferiti dai veri appassionati. Immancabili saranno i Barolo e i Barbaresco ma anche una delle varie Barbera. Poi, come non citare Chianti Classico riserva e Brunello di Montalcino, giusto per sistemare le due regioni che vanno per la maggiore: Piemonte e Toscana. Un po’ di Lambrusco di Sorbara o Reggiano per i salumi e un buon Sangiovese Superiore di Romagna non possono mancare per onorare le cucine regionali che il mondo ci invidia.

Aggiungerei Montepulciano d’Abruzzo, un po’ di Primitivo di Manduria e di Cannonau, poi Taurasi e qualche rosso dell’Etna per celebrare l’eleganza del Nerello, uno dei miei vitigni preferiti in assoluto.

Fonte: Il Sole 24 Ore